Licenidi e rugiada. Ovunque vai, qualunque forum fotografico frequenti, licenidi e rugiada (sembra che queste farfalline siano delle calamite per le goccioline). O ragni e rugiada. O asilidi e rugiada. Insomma, insetti, insetti, insetti... e rugiada. Meravigliosi, immobili, addormentati e ricoperti di goccioline che sembrano modelli di Cartier.

Le meraviglie della fotografia all'alba: luce soft, di norma poco vento, insetti addormentati, coreografiche goccioline - che desiderare di più?

E quindi, dopo mesi - anni - di frustrazione, mi decido. Oggi è l'unico giorno da qui a 3 mesi che, per problemi di lavoro e studio, mi potrò permettere una sveglia all'alba per fotografare. Quindi sveglia alle 5 e mezza e alle sei giù nei campi! baldanzoso prendo la macchina, apro il portone e.... meraviglia! Il vento, che da eoni probabilmente non si faceva vedere a queste ore, decide di fare una magnanima visita, spazzando ogni centimetro quadro d'erba con la sua irruenza.

"Vedrai, finisce presto", mi dico speranzoso. Licenidi! Voglio i Licenidi addormentati! Di giorno ce ne sono sempre tanti, la sera ho visto dove vanno ad addormentarsi....li troverò di sicuro e saranno meravigliosi modelli. chiaro.

Non c'è un licenide a pagarlo oro. No, in verità non c'è una farfalla a pagarla oro.

Zero assoluto. Nada. Rien. Nisba.

Solo mosche. Piccole, grandi, medie, rosse, a strisce... mosche.

E ce ne fosse una, dannate loro, una solo, che dorma. Nessuno ha spiegato agli insetti che all'alba dovrebbero essere ancora dormienti. O forse è più probabile che nessuno abbia spiegato a ME il LORO concetto di alba. Tutti si muovono, tutti, corrono, tutti fanno quel diavolo che vogliono.

Altro mito da sfatare: la rugiada. Sarà che il vento porcello soffia da troppo tempo e l'ha asciugata... Ce ne fosse una goccia. O meglio, le gocce che ti bagnano pantaloni e stivali ce ne sono eccome, una cascata del niagara di gocce.

Ma ce ne fosse una su uno stelo, la punta di una foglia coreografica, un insetto con una misera gocciolina (anche con una goccia di moccio al naso, mi andrebbe bene lo stesso!)... niente. Cartier ha chiuso gentilmente i battenti in mio onore, stamattina.

Ma noi siamo stoici, e continuiamo la ricerca. Coleotteri! Finalmente qualcosa di interessante.

Ma controluce. Porza paletta zozzona. E vento. Porca la maiala zozzona.

Vabbè, inizio a scattare. A mano libera, gli steli si muovono per il vento, le bestie sfregano le antenne con fare minaccioso... Ovviamente, non ho cavalletto nè flash. E la frustrazione mi aumenta come la carogna sulla spalla.

Altro coleottero, crisomelide. La foto sarebbe più esteticamente gradevole se non avesse rilasciato dietro di se una montagna di guano degna di una colonia di sule delle galapagos, ma fa lo stesso. Si prova sempre a scattare, sdraiato nell'erba che come per magia sembra spremere fuori dagli steli litri di rugiada abilmente nascosta.

Pazienza.

Un altro bel soggetto, non in ombra, ma alla luce! E qui anche la luce mi abbandona, dandomi un'alba livida e segnata come se avesse visto troppe volte il film "300".

E allora vaffa alla rugiada, agli insetti e a me, pure. Torno verso casa. Improvvisamente, su un ramo, una scena finalmente bella: una mosca scorpione intenta a mangiare dalla tela di un ragno. Ficus! Scendo nella scarpata ricoperta dai rovi pungenti, inizio a scattare, e... il dolce vento, per non lasciarmi solo, ricomincia dopo 10 minuti di inattività a soffiare beato. Mi contorco per fare più foto possibili, ma non ne riesce una.

Alla fine la panorpa smette di mangiare e vola via. Il vento, irretito dal lungo naso della signora, le muore dietro. svanito d'incanto.

Calma piatta su di me.

Stavolta basta.

Torno a casa.

Davanti al cancello dei campi, un lampo grigiolino sul trifoglio.

Non ci credo.

Un licenide addormentato.

A mezzombra.

Protetto dal vento.

A dieci metri da casa mia.

Maledico in armeno la mamma di tutti i licenidi.

Foto, foto, foto! tira fuori la macchina, settala, abbassati, scatta e... scatta? scatta? perchè non scatta???

Batteria esaurita.

Si deve essere svegliato esaurito anche il licenide, perchè vola via.

Maledico in dialetto kazako i parenti tutti delle batterie delle macchine fotografiche.

Entro in casa. sono le sette, devo studiare e poi prepararmi, perchè stanotte sono di turno al lavoro.

Apro il computer, scarico le povere, misere foto, e mi si ripresenta beffarda, sbucando da una cartellina, un' immagine della scorsa estate.

Due licenidi in accoppiamento, coreografici, bellissimi, in una foto scattata alle due del pomeriggio, con luce durissima e poco vento.

.......*@#!?zzo!

Buona giornata a me, sperando che non si veda dal mattino.

E vaffa all'alba!!

Licenidi in accoppiamento

Due meravigliosi licenidi (Polyommatus icarus) si accoppiano in un mare di trifoglio. Foto di Andrea Mangoni.