Le mie rive...

L'esuberante fioritura dorata del nocciolo L'esuberante fioritura dorata del nocciolo (Corylus avellana). Foto di Andrea Mangoni

Vi dicevo, nelle righe scritte qui a fianco, che sto lavorando per conservare un microhabitat prezioso, quello di alcuni fossati le cui rive alberate rappresentano un autentico rifugio per moltissime specie animali e vegetali. Bene, mi sembra il momento di farvi vedere su cosa sto lavorando!

Ecco la prima delle due rive che sto accudendo amorevolmente. Questo fossato, disposto all'incirca in direzione Nord-Sud, è abbastanza profondo ma non riesce mai a riempirsi adeguatamente d'acqua, a causa della pendenza del terreno. Vi si trovavano salici bianchi (Salix alba), frangola (Frangola alnus), berretta del prete (Euonymus europaeus) e un mare di sanguinella (Cornus sanguinea) e rovo (Rubus sp.). Con gli anni la mia famiglia ha aggiunto numerosi alberelli da frutto (albicocche, prugne, meli, peri, noccioli fichi), di cui attualmente restano solo uno o due esemplari per tipo. L'idea di piantare bambù non si è rivelata, come ci si poteva del resto aspettare, una genialata. Ora come ora occorre estirpare e tagliare, quasi settimanalmente nella bella stagione, tutte le decine di giovani germogli di questa infestante.

Dal canto mio non sono rimasto con le mani in mano. Ho piantato un cespuglio notevole di ligustro (Ligustrum sp.), che in estate sfama farfalle e coleotteri; ho poi aggiunto salice da vimini (Salix viminalis), salicone (Salix caprea), pioppo cipressino (Populus nigra var. italica), biancospino (Crataegus monogyna), acero campestre (Acer campestris) ed alcune pianticelle di farnia (Quercus robur), nate dalle ghiande dell'unico antico esemplare presente nell'arco di alcuni km. Purtroppo la scorsa estate un'esplosione di luppolo (Humulus lupulus) ha soffocato molte delle piante, che sono morte. Quest'anno stroncherò il pericolo sul nascere, in modo da evitare altre perdite. Inoltre proverò a ripiantare il salicone, oltre che la rosa selvatica (Rosa canina) ed il prugnolo (Prunus spinosa).

L'altro fossato è quello mostrato qui a destra, e si sviluppa praticamente perpendicolarmente al primo. Le piante che ne compongono l'ossatura sono principalmente salici bianchi e pioppi (Populus sp.). alcune pianticelle di frangola e biancospino si sono con gli anni insinuate nel dominio di questi giganti verdi. Il fosso è assai poco profondo, e invaso di carici. Tutti i grandi alberi - salici e pioppi, in pratica - sono abitualmente capitozzati, ma di questo vi parlerò in un'altra occasione. E' inutile dire che questi due fossati con le loro alberature sono rifugio per innumerevoli specie animali. Territori di caccia per gufi comuni e ricci, ritrovi riproduttivi per tritoni e rane, rifugio sicuro per merli e cinciallegre... insomma, tutto un intero mondo gira attorno a questi lembi di terra. Datemene modo, e ve li faro conoscere meglio.

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