Appunti di Avicoltura: la Bionda Piemontese, un bene ereditato di madre in figlia.

Gallo di Bionda Piemontese - tipo Alessandria. Allevatore e fotografo: Emilio Briganti. Gallo di Bionda Piemontese - tipo Alessandria. Allevatore e fotografo: Emilio Briganti.
Come già ho avuto modo di dire, le razze italiane andrebbero sempre valorizzate e riscoperte, specie nei territori che le hanno viste nascere. E' per questo che oggi voglio perlare di una razza davvero magnifica, che ci viene direttamente dal Piemonte: la Bionda Piemontese. Nota in passato con vari nomi (Bionda di Villanova, di Cuneo, Rossa delle Crivelle, Nostralina) la Bionda Piemontese è un pollo dai caratteri tipicamente mediterranei diffusa nel comprensorio del Piemonte da tempi immemorabili; di questi magnifici animali sono però noti riferimenti bibliografici solo dal 1938, anno in cui il Direttore del Centro Avicolo Sperimentale di Torino, Vittorino Vezzani, decide di dar vita ad un progetto di selezione della razza. Di certo queste galline erano così apprezzate che pare venissero ereditate di madre in figlia sotto forma di "dote nuziale": in pratica, quando una figlia si sposava, riceveva dalla famiglia un gruppo di polli con cui iniziare il proprio allevamento. E pare che la gelosia per i propri ceppi spingesse le massaie a non cedere mai uova fecondate al di fuori del nucleo famigliare.
Gallina di Bionda Piemontese - tipo Alessandria. Allevatore e fotografo: Emilio Briganti.
In ogni caso, nonostante il tracollo degli anni '60 del secolo scorso (dovuto a nuove metodiche agricole e di allevamento), tramandandosi di generazione in generazione questa razza è giunta fino ai giorni nostri ed è oggetto dal 1999 di un progetto di recupero oltre ad essere divenuta presidio Slow Food.
Fisicamente la Bionda si presenta come un pollo dal piumaggio fulvo e dalla coda nera o blu. I maschi possono raggiungere i 2,5-2,7 Kg, le femmine si attestano invece tra i 2 ed i 2,3 Kg. Pelle, tarsi e becco sono gialli; la cresta tende a ripiegarsi nelle galline. Esistono due principali tipologie: la Bionda di Alessandria, dagli orecchioni bianco - gialli, e quella di Cuneo, dagli orecchioni rossi e derivante dall'immissione di sange New Hampshire. Possono produrre dalle 180 alle 200 uova l'anno, di peso vicino ai 60 grammi, dal guscio bianco o rosato. La deposizione inizia a partire dal 6° - 7° mese di vita. Rustiche e robuste, sono discrete depositrici invernali; vengono allevate all'aperto, ora come un tempo, in condizioni ben lontane da quelle delle loro lontane sfortunate parenti nei capannoni.
Insomma, si tratta davvero di animali dalla storia affascinante e dai tanti pregi che meriterebbero di essere maggiormente presi in considerazioni dagli allevatori italiani (specie dai Piemontesi!!), così come l'altra razza locale, la Bianca di Saluzzo.
Nota importante: tutti gli animali mostrati sono allevati da Emilio Briganti, cui va il mio ringraziamento per la disponibilità nel fornire le immagini ed i miei complimenti per il suo impegno nei confronti delle razze italiane. Se desideraste contattarlo, cliccate QUI per inviargli una e-mail.

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AVICOLTURA E BIODIVERSITA': LETTURE PER SAPERNE DI PIU'

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Galline di Bionda Piemontese - tipo Alessandria. Allevatore e fotografo: Emilio Briganti. Galline di Bionda Piemontese - tipo Alessandria. Allevatore e fotografo: Emilio Briganti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea, ti scrivo qui perché non ho trovato il tuo indirizzo privato. Ti seguo da un po' di tempo e, ormai, sei diventato il mio Martin Luther King dell'avicoltura. Sono uno studente, ma da tempo mi sono appassionato all'agricoltura sinergica e alla permacoltura: sto cercando di prepararmi per poter cominciare a lavorarci materialmente dal prossimo anno. Stavo pensando, da piemontese, anche a qualche bionda e, prorio a questo proposito, volevo chiederti lumi. Ho letto questo articolo sulla bionda di Giorgio Scelsi http://www.summagallicana.it/lessico/g/gallina%20bionda%20delle%20Crivelle.htm Mi ha colpito e vorrei sapere cosa ne pensi. Credi sarebbe possibile, con la selezione, ricostituire la varietà delle Crivelle, almeno come fenotipo, eliminando le influenze degli ibridi? Il tuo lavoro con la polverara mi è parso davvero meritorio e, con tutti i limiti dell'inesperienza, vorrei tentare di impegnarmi in un simile progetto.

Federico

Andrea Mangoni ha detto...

ciao federico, e grazie del paragone, anche se forse un po' fuori posto! Se sei della zona, io ti direi che forse vale la pena farsi un giro in zona crivelle e vedere quello che c'è, per capire se sia davvero estinto quel fenotipo o no. proprio in questi giorni in questa discussione nel forum di Agraria un utente ha detto di aver trovato un allevamento di bionde a crivelle di una signora che le ha da 50 anni. il link all'articolo è questo: http://www.forumdiagraria.org/razze-italiane-f86/gallina-bionda-di-villanova-t76495-20.html
di bionde a penne bianche comunque se ne trovano, e sono di solito scartate dagli allevatori perché "non in standard". sono certo che puoi trovare qualcosa di buono da usare come base di partenza. contattami a info@oryctes.com. ciao!