Appunti di Avicoltura: i polli nel mondo hanno perso il 50% della loro biodiversità - e in Italia siamo messi peggio!

Negli ultimi 50 anni abbiamo perduto oltre il 50% della biodiversità dei Polli. Immagine di Andrea Mangoni.
Abbiamo più volte parlato della biodiversità avicola italiana. Un tempo, sul territorio del nostro Paese, sono esistite fino a 53 razze di polli diverse. Oggi ne contiamo meno di una ventina, escludendo dal questo novero alcune delle più recenti e dubbie operazioni di ricostituzione. E' un fenomeno, quello della perdita di biodiversità in questa specie, che purtroppo non è limitato solo all'Italia. Laddove non più di pochi anni fa praticamente ogni zona o regione del mondo poteva dire di avere la propria razza di galline, oggi non è più così. Secondo William M. Muir ed il suo team, della facoltà di Scienze Animali della Purdue University (USA), che hanno analizzato oltre 2500 campioni di DNA di polli provenienti da tutto il mondo, oltre il 50% della biodiversità di questi uccelli si è perduta, forse per sempre.
Il fenomeno è divenuto particolarmente evidente dagli anni '50 del secolo scorso, quando dall'incrocio di pochi linee parentali si è partiti verso la selezione di pochi ceppi di polli le cui caratteristiche produttive superavano, e di molto, quella della media dei polli che vivevano nelle nostre aie da secoli. Solo per citare quanto accadde ad alcune razze venete, al comparire dei ceppi selezionati di Leghorn scomparirono lentamente ma inesorabilmente dalle aie padovane la Polverara, la Boffa, la Cuccola, la Cappellona, la Pesante Padovana. E l'ecatombe è continuata, nel corso dei decenni, quasi senza sosta. Oramai poche multinazionali producono la maggior parte degli esemplari destinati all'allevamento di tipo commerciale, e questi animali possono esser fatti risalire a pochissimi ceppi genetici. Allo stesso modo anche gli ibridi a duplice attitudine venduti nei mercati di tutto il mondo per soddisfare le esigenze degli allevamenti di tipo familiare provengono tutti da poche, selezionatissime linee parentali. Se da un lato questo ha significato un incredibile aumento delle capacità produttive di questa specie, dall'altro però la riduzione del suo pool genetico potrebbe tradursi sulla lunga distanza in una vera catastrofe.
Il pericolo infatti è che uniformando sempre più il patrimonio genetico di questi animali essi divengano molto più vulnerabili ad eventuali patogeni. La biodiversità accumulatasi in millenni di selezione in tutto il mondo, infatti, ha portato all'esistenza di razze con resistenze marcatamente diverse alle condizioni ambientali ed alle malattie. E' per questo che, ad esempio, in alcune zone d'Africa, quando si cerca di costruire pollai che possano aiutare la popolazione si evita in genere di utilizzare, per il loro popolamento, degli ibridi commerciali, ma si ricorre alla selezione del pollame locale, più tollerante alle alte temperature e molto più resistente a parassiti e malattie endemiche. Ed è per questo che lo stesso Muir consiglia l'incrocio a livello induzstriale dei ceppi commerciali con razze locali, in maniera tale da investire fin d'ora sulla risoluzione di quei problemi che in futuro si potranno presentare.
Se in generale si sarebbe perso il 50% della biodiversità dei polli, in Italia siamo decisamente messi peggio: ne abbiamo perso infatti due terzi. Sempre più importante diventa quindi, in quest'ottica, lo sforzo compiuto dai singoli appassionati. Cercate di propagandare e propagare, per quanto possibile, le razze tipiche della vostra regione, cercate esemplari della vera Italiana comune nei pollai della vostra zona, e tornate ad allevarla, magari seguendo per la sua selezione lo standard della razza Livorno, prototipo, da oltre un secolo, del pollo italiano. Chiunque può contribuire attivamente a salvaguardare la biodiversità avicola del nostro Paese!
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

verissimo !
l'uomo sta distruggendo la natura
le razze autentiche , quindi piu' forti vengono rimpiazzate con ibridi , razze piu' delicate.
Vorrei scambiare notizie , perche' anch'io sono molto amante della natura , e penso che la natura, l'agricoltura siano i nostri mezzi di sopravvivenza piu'importanti e validi nel futuro.
Ho chiamato molte volte con il contatto skipe ma senza risposta.
Saluti Giovanna

Andrea Mangoni ha detto...

Ciao Giovanna, come poi ho avuto modo di scriverti in questo periodo sono in trasloco. A breve però il trasferimento sarà effettivo e con esso arriverà un nuovo telefono con skype integrato! Spero quindi di tornare ad essere efficente in capo a qualche giorno. ciao!