Appunti di Avicoltura: note storiche sulla Polverara.

Gruppo di Polverara nere del Sig. Salmaso, foto scattata tra il 1965 ed il 1970. Si ringrazia il Sig. Bertin per aver fornito questo eccezionale documento.
Oggi ho avuto il piacere di poter incontrare finalmente il Sig. Antonio Bertin, storico appassionato e studioso della Polverara, autore assieme al Geom. Pasquetto di una ricerca storica dedicata appunto all'antica S-ciata.
Il Sig. Bertin, oltre a lasciarmi parte del materiale da lui raccolto, mi ha pure regalato l'originale dell'immagine che vedete qui sopra, e cioè una rara fotografia di un gruppo di Polverara appartenuti al Sig. Salmaso, foto scattata nel 1931. E con l'immagine sono venute numerose informazioni, e squarci di luce sulla storia recente di questa razza che amo così tanto.
Nel 1932 l'Ing. Zanon, il Cav. Camillotti ed il Col. De Dominicis restituirono al paese di Polverara 6 gruppi di esemplari di quella razza che ne prendeva il nome e che loro avevano faticosamente ricostituito a partire da tre esemplari. Ma nel frattempo altri allevatori avevano unito gli sforzi per risollevare le sorti della S-ciata, e qualche anno prima i Sig. Fortuni e Salmaso, di Mira (VE), avevano potuto presentare alcuni gruppi di esemplari in svariate mostre nazionali ed internazionali, tanto che nel 1930 le loro Polverara avevano meritato un premio durante il VI Congresso Mondiale di Agricoltura, svoltosi a Londra nel Crystal Palace.
Negli anni a seguire, però, la Polverara continuò a rarefarsi, tanto che negli anni '50 essa finì con lo scomparire nuovamente dal prorio paese d'origine. Diversi allevatori ne custodirono più o meno gelosamente alcuni ceppi, e, tra questi, vi fu proprio il Sig. Salmaso, che però verso la metà degli anni '70 del secolo scorso finì con l'abbandonare anch'egli la Polverara. I vari tentativi del Prof. Carlo Lodovico Fracanzani di ridistribuire qualche esemplare di Polverara nel comprensorio da cui proveniva non ebbero purtroppo alcun risultato, e alla fine degli anni '70 rimaneva solo il Sig. Bruno Rossetto ad allevare questa razza, ricevuta da una ga£inara nel lontano 1954. Proprio il suo ceppo avrebbe poi fornito preziosissimo materiale genetico, sotto forma di 6 esemplari, che permise (assieme ad altri polli ibridi raccolti nelle campagne del padovano) al Rag. Antonio Fernando Trivellato di ricostituire numericamente questa razza, tra le più antiche e belle del nostro Paese.

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