Acquario: Betta splendens, il pesce combattente - parte 1

maschio di betta splendens, varietà veiltail da negozio. Foto di Andrea Mangoni.
Acquari e vaschette hanno sempre girato per casa mia. Quando ero piccolo, ogni "bagnarola" possibile ospitava insetti d'acqua, pesciolini, crostacei e molluschi; poi scoprii una vecchia rivista di mia madre con un articolo su un pesciolino ai miei occhi bellissimo, che vantava un carattere da gladiatore unito alla bellezza di un kimono giapponese: era il pesce combattente, o Betta splendens.

Il combattente tailandese, così viene anche chiamato, ha in effetti stregato il cuore di moltissimi appassionati, tra cui quello di uno decisamente illustre: Konrad Lorenz, che gli dedicò delle belle pagine nel suo libro "L'anello di re Salomone". Eppure, sebbene da decenni diventato uno degli evergreen degli acquari tropicali d'acqua dolce, la storia del suo rapporto con l'uomo è molto più lunga e, cosa purtroppo che non sorprende, molto più sanguinaria.

Primo piano di un maschio di Betta splendens. Foto di Andrea Mangoni.Non ci è dato sapere se il Pla Kat, così come viene chiamato in Thailandia, sia originario proprio di quel paese o se sia invece autoctono della vicina Cambogia, o se ancora non sia frutto della paziente selezione di un allevatore cinese, per lo meno la sua forma a pinne a velo; quello che è certo è che tradizionalmente questi pesciolini sono sfruttati all'interno del circolo locale delle scommesse, nella poco invidiabile veste di... guerrieri. Infatti, proprio come accade per i galli, in Thailandia si usa scommettere sul risultato del combattimento fra questi animali. Bisogna sapere che due esemplari maschi di Betta splendens non possono generalmente coesistere nella stessa pozza d'acqua: essi infatti combattono strenuamente per difendere il proprio territorio. Il perchè di tanta aggressività si può spiegare in molti modi, ma probabilmente è dovuto all'ambiente in cui questi pesci (e diversi loro congeneri) si trovano a vivere. Essi sono infatti diffusi nelle risaie, nelle raccolte d'acqua temporanee della foresta, addirittura, a volte, nei buchi lasciati nel gango dai bufali, o nell'acqua che si nasconde sotto lo strato di foglie morte del sottobosco. Spesso, questi animali trascorrono la propria esistenza in pozze di una trentina di cm di diametro, contenenti pochi litri d'acqua. Tali ambienti precari hanno comportato due particolari caratteristiche di questi animali: l'aggressività ed il labirinto.

Il labirinto è uno speciale organo, presente solo nel gruppo di pesci cui fanno capo i Betta (gli Anabantidi), che permette a questi animali di respirare l'aria atmosferica. Per far ciò tali pesci devono salire periodicamente in superficie, per prendere delle vere e proprie "boccate d'aria"; se viene loro tolta questa possibilità, semplicemente... "annegano", per quanto possa sembrare strano per un pesce. Anche la grande aggressività è funzionale a tali habitat: abitando in pozze dall'esistenza precaria, piccole e non in grado di nutrire i piccoli di tutti gli adulti, solo i maschi più forti potevano riuscire ad accaparrarsi i favori delle femmine; gli altri concorrenti dovevano essere eliminati. In questo modo, quelle che erano caratteristiche utilissime in natura si rivelarono un'enorme attrattiva per i siamesi: infatti, dei pesci vivaci e colorati che combattevano tra loro e potevano passare la vitain una bottiglia senza troppo soffrire erano un oggetto di attenzioni più che logico, all'epoca.

Femmina azzurra di Betta splendens. Foto di Andrea Mangoni.Successivamente, con l'avvento dell'acquariofilia e delle varietà a pinne a velo o veiltail, come sono chiamate, questo pesce uscì dai circuiti dei tornei per entrare nelle case di milioni persone del mondo, raggiungendo per la sua forma e per i suoi colori una fama enorme e meritata. attualmente, le selezioni di questi pesci sono così distanti dalla specie selvatica da poter essere considerati davvero in tutto e per tutto degli animali domestici. Col tempo imparano a riconoscere le persone che si occupano di loro, avvicinandosi al vetro dell'acquario al loro arrivo. Certo, sebbene siano animali robusti necessitano di particolari attenzioni e non devono MAI essere tenuti in vasetti da marmellata o simili, come si vede in tanti negozi di acquari. A ciascun maschio andrebbe assegnata una vaschetta di almeno 10 litri d'acqua (può sembrare un volume minimo, ma in natura di norma questi pesci vivono in pozze di dimensioni anche inferiori), dotata di piante e con una buona copertura sopra: amano saltare! Inoltre, per la presenza del labirinto e per la loro necessità di respirare ossigeno atmosferico, il coperchio è indispensabile: aiuta a mantenere elevata la temperatura dell'aria sovrastante l'acqua, e ad evitare così raffreddori fatali. Mai allevare due maschi di pesce combattente assieme! Pare un consiglio scontato, ma molti principianti fanno quest'errore con la conseguente dipartita per combattimenti di uno o entrambi i pesci. Le femmine invece possono convivere in una stessa vasca; ad esempio, un acquario ben piantumato di 60-70 litri può ospitare un piccolo harem di un maschio e 5-6 femminucce. L'alimentazione non è un problema: cibi secchi, in scaglie, liofilizzati e granulati sono tutti ben accetti, ma in vista della riproduzione è meglio attrezzarsi con cibo vivo e congelato. Ma di questo parleremo nella seconda parte: la riproduzione di questi pesci è un fenomeno così affascinante che merita un post tutto per sè.

Un maschio a pinne corte o Pla kat. Foto di Andrea Mangoni.

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