piante di galinsoga nell'orto. Foto di Andrea Mangoni

Oggi vorrei parlarvi molto brevemente di una pianticella utile nell'alimentazione dei nostri polli, e davvero praticamente a portata di tutti. Credo infatti che ci siano ben pochi orti che non abbiano ospitato, prima o poi, un esemplare di galinsoga (Galinsoga parviflora). Queste piantine, appartenenti alla famiglia delle composite e originarie del Sud America, vennero importate nel XVIII secolo e da allora non hanno fatto altro che diffondersi sempre più.

La galinsoga è, in genere, molto appetita dagli avicoli, ed offre anche alcuni notevoli vantaggi, specie per chi non ha modo di lasciare liberi al pascolo ed è costretto ad integrare con erbe e verdure la dieta dei propri animali. Ad esempio:

  1. Cresce spontaneamente negli orti, dove spesso può soffocare addirittura gli ortaggi; cimandola regolarmente uniremo l'utile (la pulizia dell'orto) ad un altro utile (integrazione gratuita per l'alimentazione del pollame).
  2. Fiorisce praticamente da luglio fino all'inizio dell'inverno. Ed il polline contenuto nei minuscoli fiorellini è una piccolo ma interessante integrazione all'alimentazione degli uccelli.
  3. 100 gr di galinsoga apportano 3,2 gr di proteine, 410 mg di calcio, 56 mg di fosforo, 0,5 gr di grassi e 1950 U.I. di vitamina A (U.I. = Unità Internazionali, unità di misura internazionale delle vitamine). Molto interessante per un'"erbaccia" comunissima che per di più è in genere assai gradita (eccezion fatta per i fusticini)! (Fonte: http://membres.multimania.fr/testudo/alimentation.html)

Insomma, una pianta dalle molteplici virtù. La si trova da giugno fino all'autunno inoltrato, essendo destinata a sparire alle prime gelate. Ma fino ad allora la potremo usare senza remora alcuna per alimentare i nostri animali.

dettaglio del fiore di galinsoga. Foto di Andrea Mangoni
Eugea.it

Come sa bene chi mi segue regolarmente, nel blog si è più volte parlato di giardino naturale e di ecologia urbana, ovverosia di come trasformare i propri angoli verdi in piccoli rifugi per animali e piante, e - perchè no? - anche in luoghi che possano fornirci una sana integrazione per la tavola, sotto forma di frutta e verdura.

Ecco, il sito che vi propongo oggi è perfettamente in sintonia con questa visione, ed è anzi un eccellente luogo da cui iniziare a progettare il proprio giardino. Eugea (Ecologia Urbana Giardini E Ambiente) nasce da un team di entomologi dell'università di Bologna, e mira a rendere possibile a tutti ottenere semi di piante da giardino e da orto che possano attirare gli animali selvatici vicino alle abitazioni. Così troveremo il pacchetto con semi di piante per attirare le farfalle, quello per gli insetti utili, quello delle sementi per l'orto urbano, e così via.

Non solo: Eugea propone anche dei veri e propri kit per la lotta biologica, che permettono di liberare in giardino piccoli eserciti di insetti utili come le coccinelle; e ancora, è possibile acquistare piccole colonie di Osmia rufa, un'ape solitaria ottima impollinatrice per gli alberi da frutto più precoci.

Il timo del mio terrazzo viene proprio dai semi di Eugea, ma abbiamo avuto anche borragine, facelia e calendula. Confezionati a mano, anche le scatoline dei semi sono veramente simpatiche. Insomma, per chi desiderasse iniziare col piede giusto e non sapesse dove trovare le prime piante per il proprio giardino naturale, Eugea è di certo il posto giusto!

http://www.eugea.it

Due degli animali allevati a Camposampiero. Foto di Marco Andreotti.

Tempo fa vi ho parlato di com'era la situazione attuale delle Polverara di ceppo Rossetto. Ora, Marco e Davide mi hanno recentemente inviato da Camposampiero (PD) alcune foto degli animali che ho ceduto loro quest'estate, e non posso non prenderne spunto per fare alcune osservazioni relative alle loro caratteristiche.

Gallo di Polverara. Foto di Marco Andreotti.Il maschio ceduto loro, Aries, si sta rivelando un buon gallo, precoce e robusto. Ha un paio di caratteristiche poco piacevoli - gli orecchioni, che sono diventati quasi rossi, ed il ciuffo, per buona parte scodellato all'indietro come quello di suo nonno Leonida. La cresta non è ben visibile dalle immagini, ma sembra composta da due corna bitorzolute e larghe, seppur non molto lunghe. I tarsi sono ardesia - orrimi - e denotano pelle candida, cosa altrettanto buona. La forma del corpo è forse simile a quella di suo padre, ma per vederlo nel pieno della sua bellezza occorrerà aspettare ancora alcuni mesi. Infatti le Polverara raggiuungono la piena maturità di forme, produttività e dimensioni dopo circa un anno, anche se i galli raggiungono il massimo splendore a due anni di vita. Mi si dice che Aries è anche terribilmente aggressivo, proprio come suo padre, che non manca l'occasione di massacrarmi a speronate ogni volta che mi vede. Pazienza.

Gallina nera di Polverara. Foto di Marco Andreotti.

Assieme a lui ci sono 3 galline nere. Una è Nerina Jr., che nonostante la nonna Padovana Gran Ciuffo esibisce la totale assenza di ernia cerebrale, proprio come si conviene ad una Polverara. Orecchioni bianchi, zampe verdi ed una cresta a cornetti PER-FET-TA. Ha pelle giallastra, ma a parte questo si è rivelata un'eccellente riproduttrice e molto feconda, come visto lo scorso anno. Non ebbi modo tra l'altro di valutarne bene la taglia, così come per gli altri esemplari di cui stiamo parlando, ma quest'estate se possibile cercherò di provvedere. Secondo membro dell'harem: Greta, sorella di Gigia, di taglia buona, priva di ernia cerebrale e con cresta a cornetti, seppur poco sviluppata. Gli orecchioni erano bianchi con qualche sfumatura scura. Infine Sissi, figlia di Polluce e Medessa (e quindi sorellastra di Aries), con pelle candida, zampe ardesia, cresta a cornetti e orecchioni bianchi... l'unico difetto è la quasi totale assenza di ciuffo! sembrerebbe aver ereditato dalla madre la struttura fisica robusta e tarchiata; speriamo che ne abbia anche le ottime doti di fetatrice!!

Gallo di Polverara bianco. Foto di Marco Andreotti.

Marco e Davide hanno iniziato da poco a raccogliere le uova, che faranno schiudere con un'incubatrice autocostruita; cosa potranno aspettarsi dai piccoli di quest'anno? Ho cercato, affidando loro gli animali, di compensare i difetti dell'uno con i pregi degli altri. Così se il gallo non ha orecchioni eccezionali tutte le femmine invece li hanno bianchi, mentre se alcune non hanno pelle bianca, ce l'ha il gallo; e così via. In questo modo è più che probabile che almeno il 50% dei capi del 2010 che nasceranno nel loro allevamento saranno esemplari con buone se non ottime caratteristiche somatiche e - speranzosamente - di produttività. Inoltre, nessuno degli animali è troppo strettamente imparentato con gli altri: niente genitori-figli o fratello-sorella. Alcuni hanno in comune un nonno, altri solo un genitore, altri risultano zii e nipoti... Insomma, un gruppo di animali giovani (la più vecchia, Nerina Jr, farà 2 anni a maggio) che dovrebbe avere assai pochi problemi di consanguineità, essere produttivo e dare nuova, importantissima linfa ad un ceppo che rischiava (e rischia ancora) di sparire. Ma con l'aiuto di Davide e Marco quest'anno il rischio sembra scongiurato... Speriamo che altri allevatori possano fare altrettanto e ricevere nei propri pollai capi di quest'antica e nobile schiatta.

Il gruppo di Polverara al completo. Da sinistra, Nerina Jr, Greta, Sissi e Aries. Foto di Marco Andreotti.
Maschio telodonte di Dorcus parallelipipedus. Foto di Andrea Mangoni.
Da bambino i libri sugli insetti erano un'attrazione infinita, per me. Li divoravo, estasiandomi di fronte a tutte quelle meravigliose specie di animali così piccole ma così complesse, strane, eccezionali. Tra tutti, i miei preferiti erano i Coleotteri; e tra tutti i coleotteri, quello che più mi piaceva era il cervo volante. Lo cercai un po' ovunque, ma senza fortuna: a parte il rinvenimento occasionale di una femmina, non lo trovai mai nelle campagne dietro casa. E in effetti sarebbe stato strano il contrario! E' specie più frequente in ambienti forestali, ed in provincia di Venezia era legato solo alle vecchie rive mature, laddove fosse presente la farnia. Ora è pressochè scomparso da buona parte di qiesto areale.
Maschio di Dorcus parallelipipedus. Foto di Andrea Mangoni.In compenso, però, ben presto iniziai ad imbattermi in un animale simile, più piccolo, ma con caratteristiche comunque interessanti: si trattava del dorco o cervo volante minore (Dorcus parallelipipedus). Questo insetto, che può raggiungere i 3,5 cm di lunghezza, deve il suo nome scientifico a la forma vagamente quadrangolare del corpo. Il dorco è molto più diffuso del cervo volante, probabilmente perchè è molto più adattabile in termini di ambiente e di essenze preferite per lo sviluppo larvale. Questo insetto infatti depone le uova in profondità nel legno marcescente di numerosissime essenze autoctone, dal Tiglio alla quercia, dal faggio al castagno, e soprattutto nell'ambiente delle rive nei ceppi in decomposizione di pioppo e salice. Ma non solo: arriva a nutrirsi anche dei pezzi di compensato abbandonati nei boschi ed in allevamento una volta una femmina ha deposto le sue uova in un pezzo di canna da zucchero che avevo utilizzato come cibo! Insomma, un piccolo opportunista che riesce in questo modo a sfruttare molte nicchie ecologiche irraggiungibili per il “cugino” maggiore.
Larva di Dorcus parallelipipedus. Foto di Andrea Mangoni.Dorcus parallelipipedus, nelle sueprime fasi di vita, passa attraverso tre stadi larvali (larva melolontoide) e alla fine si impupa in una cavità del legno, dopo in genere essersi nutrito per circa un anno (a volte due); il coleottero adulto emerge in primavera, e si nutre di frutta matura, mlinfa ed altri essudati dolci prodotti dalle piante e dagli alberi. Lo si può trovare di notte, a volte, quando attirato dalle luci dei lampioni si posa a terra, arrancando; altrimenti i ricercatori lo prendono con semplici trappole a cadurta, innescate con esche zuccherine. Sono insetti davvero interessanti, che possono vivere più di un anno e che si riproducono anche in cattività; in Giappone i loro cugini esotici di taglia più grande, come D. titanus, D. alcides e D. curvidens sono dei comuni pet d'affezione, venduti in appositi negozi.
In Italia, oltre a D. parallelipipedus, troviamo solo D. musimon, molto simile, che vive in Sardegna; nel resto dela penisola sarà questa piccola “scatoletta” nera l'incontro più frequente nei boschi, sotto i vecchi ceppi, dove le foglie dell'autunno precedente riposano.




*****
Maggiori informazioni su Lucanidi e Scarabeidi:

*****

Pupa di Dorcus parallelipipedus. Foto di Andrea Mangoni.
Giovane gallo di razza Amrock.

A guardarli così, i nostri amici polli spesso possono non sembrare granché interessanti, almeno dal punto di visto etologico (ovverosia dal punto di vista dello studio del comportamento animale). Ma ovviamente non è affatto così! Oltre ad essere animali attivi, intelligenti, dotati di ottima memoria, galli e galline possono hanno sorpreso più di un ricercatore nel corso degli studi effettuati nell'ambito della selezione sessuale e del modo con cui essa agisce sui nostri pennuti.
A tutti gli allevatori sarà capitato, prima o poi, di dover inserire una nuova gallina in un gruppo ben affiatato in cui fosse presente un gallo dominante. Salta subito all'occhio come la nuova arrivata venga subito presa d'assalto dal maschio, che la immobilizza a terra e si accoppia con lei immediatamente e, a volte, ripetutamente. Per il gallo, questa strategia è evolutivamente vincente: infatti mentre essendo l'unico dominante del suo gruppo egli è certo del proprio successo riproduttivo con le altre galline, che stanno con lui (e solo lui) tutti i giorni, altrettanto non si può invece dire della nuova arrivata, che potrebbe avere avuto alle spalle (anzi, che CERTAMENTE - in ottica gallesca - ha avuto alle spalle) delle liaisons con altri focosi maschi. Ovviamente però non basta solo metterci più entusiasmo: ecco allora che il gallo che vuole DAVVERO cercare di avere un qualche successo riproduttivo con la "novellina" del pollaio, investe energie anche in un altro modo: eiacula infatti un numero di spermi maggiore rispetto a quello emesso nel corso degli accoppiamenti con le sue altre compagne. In questo modo, egli aumenta la probabilità che almeno una parte delle uova prodotte dalla nuova gallina siano state da lui fecondate.

. .

Ma se in questa guerra il primo sangue (per così dire) è dei galli, se cioè essi hanno evoluto grazie alla selezione sessuale delle strategie per vedere aumentare il proprio successo riproduttivo, le galline non potevano certo starsene a guardare senza far altro. Infatti la gallina ha in genere tutto l'interesse a far sì che il gallo dominante sia il padre dei suoi pulcini, in quanto essere figli del gallo più forte, bello ed aggressivo del pollaio può significare essere in grado di ereditare queste caratteristiche ed avere a propria volta un buon successo riproduttivo. Ma cosa succede nei pollai quando c'è più di un maschio?

Combattimento tra due giovani galli per il possesso dell'harem. Foto di Andrea Mangoni.
I due avversari si studiano, le penne del collo irte per sembrare più grandi...
Combattimento tra due giovani galli per il possesso dell'harem. Foto di Andrea Mangoni.
L'attacco è fulmineo, con artigli e speroni, e spesso avviene in volo o saltando.
Combattimento tra due giovani galli per il possesso dell'harem. Foto di Andrea Mangoni.
Quando atterrano, gli animali si preparano a un nuovo scontro. La sequenza mostra lo scontro tra due giovani galli Polverara per la conquista di una posizione gerarchica di successo. Lo scontro si è rivelato meno cruento di quanto possa sembrare dalle foto, e gli animali, incolumi, hanno poi coabitato felicemente per mesi. Foto Andrea Mangoni.

Ovviamente, in questo caso la scala gerarchica prevede comunque la presenza del gallo dominante, ma contempla pure la presenza di uno o più galli subordinati. I quali però, ovviamente, non è che muoiono dalla contentezza a vedere il "capo" continuare a sollazzarsi con le pollastrelle tutto il dì, bello e placido. Così anche loro provano a darsi da fare, molestando le galline e cercando di accoppiarsi con loro. Le galline in questo caso si trovano - per così dire - tra l'incudine e il martello: se accettano le avances del maschio subordinato, parte della loro prole potrebbe essere "scadente", figlia cioè di un maschio che non è riuscito a salire la scala gerarchica; d'altro canto invece se non si piegano alla violenza, potrebbero riportare delle ferite dovute agli atteggiamenti aggressivi del gallo respinto (c'è da dire che anche il maschio subordinato in questo senso rischia: il gallo dominante, infatti, se lo vede in intimità con una gallina lo attaccherà impietosamente per cercare di evitare che il suo accoppiamento vada a buon fine).

. .

Ma ecco che grazie alla selezione sessuale e all'evoluzione la gallina ha sviluppato un'arma davvero notevole: la cosiddetta "scelta criptica femminile". La povera donzella, barbaramente assediata, decide di sottostare alla violenza del subordinato e di lasciare che lui si accoppi con lei; ma subito dopo, quando rialzandosi si da una sana scrollatina, espelle con un preciso movimento buona parte dello sperma del "violentatore". Insomma, la gallina cerca di effettuare una scelta per quanto riguarda lo sperma: sperma di gallo d'alta qualità, dentro; sperma di gallo di qualità scadente, fuori. Questa strategia le permette di poter ragionevolmente sperare che buona parte della sua discendenza sia figlia del dominante, e che solo una piccola parte sia invece frutto dei furtivi accoppiamenti dei subordinati.
E se il dominante venisse all'improvviso a mancare, ed il suo posto venisse preso dal subordinato? Nessun problema: la gallina smetterà immediatamente di espellere il seme di quest'ultimo, divenuto come per magia "il gallo dei sogni". Alla faccia di chi pensa che i polli siano animali noiosi! Credo che più di qualcuno, dopo aver letto queste righe, guarderà i propri animali con occhi diversi...

*****
BIBLIOGRAFIA
Pilastro, A. (2007). Sesso ed evoluzione. Bompiani, Milano (vedi link sotto).
Pizzari, T., & Birkhead, T.R. (2000). "Female feral fowl eject sperm of subdominant males". Nature, 405, 787-789
Pizzari, T., Froman, D., & Birkhead, T. R. (2002). "Pre- and post-insemination episodes of sexual selection in the fowl, Gallus g. domesticus". Heredity, 88, 112-116
Pizzari, T., Cornwallis, C. K., Lovlie, H., Jakobson, S., & Birkhead, T. R. (2003). "Sophisticated sperm allocation in male fowl". Nature, 405, 70-74.
Visto che con l'inverno i lavori in giardino e campagna si diradano, che c'è di meglio di una buona lettura? Ecco allora che, di tanto in tanto, cercherò di fornirvi qualche suggerimento, nella speranza di far cosa gradita a chi è appassionato, con modalità varie ed eventuali, alla Natura, agli animali e alle piante. E per inaugurare questa linea di post, vorrei iniziare con un libro davvero eccezionale: Sesso ed evoluzione, di Andrea Pilastro, Bompiani.
Eccezionale può sembrare eccessivo, ma dove trovate al giorno d'oggi un'esposizione chiara, semplice, condita da una sana dose di ironia vagamente british e che sappia nel contempo parlare ai più di un argomento così "scottante" e di norma poco discusso come è la selezione sessuale? Già, questo libro ha più di una dote, a iniziare dal suo autore, Andrea Pilastro.
Andrea Pilastro, cadorino, è professore di Zoologia presso il dipartimentio di Biologia dell'Università di Padova, ed ho avuto la fortuna - oramai un lustro fa e più!! - di averlo come docente di Etologia. Ha la grande dote di saper trasmettere, assieme a fiumi di informazioni, anche la grande passione che lo anima. E' un etologo che ha trovato il suo campo di specializzazione nella selezione sessuale, studiando come essa agisce in particolar modo in alcune specie di uccelli e nei pesci appartenenti alla famiglia dei Pecilidi.
Nel suo libro, peraltro arrivato finalista al premio Galileo 2008 per la Letteratura di divulgazione scientifica, Pilastro spiega, con sguardo attento e a tratti divertito, come generazioni di appassionati ricercatori da Darwin in poi abbiano cercato di far luce sui tanti aspetti legati all'evoluzione della riproduzione sessuale. Perchè esiste il sesso, e, soprattutto, conviene? Come viene scelto un partner, e come si gioca la "corsa agli armamenti" tra i sessi? Perchè il moscerino della frutta ha spermatozoi lunghi quanto il proprio corpo, o perchè invece l'elefante non ha testicoli esterni? La promiscuità femminile in natura è un'eccezione? E su che basi noi esseri umani tendiamo a prediligere un partner? Il libro parla di tutto questo (e di molto di più) riuscendo soprattutto nel non semplice compito di rendere facilmente comprensibili anche quegli aspetti tecnici normalmente relegati alla comprensione presso ristretti circoli scientifici. Vale di sicuro la pena acquistarlo per leggerlo e stupirsi di fronte all'infinità varietà di strategie evolutesi nei viventi all'unico scopo di portare avanti la propria discendenza.
Sesso ed Evoluzione
La straordinaria storia evolutiva della riproduzione sessuale
di Andrea Pilastro
Bompiani, 2007
*****
Acquista questo  libro direttamente su Amazon.it cliccando qui sotto!


Come ho già scritto, tempo fa ho avuto il piacere di ottenere un piccolo gruppo di anatre mute appartenenti ad un ceppo autoctono. Vi lascio un breve video, che illustra brevemente le differenze tra questi animali e quelli appartenenti ai moderni ceppi commerciali. A presto!

Cyclamen graecum. Foto di Andrea Mangoni.
A circa mezzo miglio dalla villa si ergeva una collinetta abbastanza grande e di forma conica, tutta coperta di erba e d'erica e inghirlandata da tre piccoli boschi di ulivi, separati tra loro da vasti folti di mirti. Questi tre boschetti io li chiamavo i Boschi dei Ciclamini, perché nella stagione giusta il terreno sotto gli ulivi diventava color rosso-magenta e rosso vino tant'era coperto di ciclamini, che là sembravano crescere più fitti e più rigogliosi che in qualunque altra parte del paese. I bulbi lustri e todeggianti, con la loro sottile pellicola che si squamava, crescevano a grappoli come le ostriche, ognuno col suo ciuffo di foglie d'un verde cupo venato di bianco e una fontana di splendidi fiori che sembravano fatti di fiocchi di neve tinti in rosso-magenta.
Gerard Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi (2004)
Durante il viaggio a Corfù nel settembre del 2008, cercai di trovare almeno una delle vecchie case di Gerald Durrell, ed identificai dalla strada quella che un tempo era stata la "casa rosa come una fragola". Peccato che identificarla dalla strada, sulla pendice della montagna, non volesse affatto dire essere vicini al raggiungerla!! Cercai e provai, ma niente: tutte le strade che facevo mi portavano lontano da essa.
Cyclamen graecum. Foto di Andrea Mangoni.Nella sua ricerca, però, sulle pendici della collina mi imbattei in numerosi, piccoli ciclamini (probabilmente Cyclamen graecum mindleri), abbastanza vicino alla zona di cui Gerry raccontava nei suoi libri. Fu giocoforza fotografarli a dovere, immaginando se fossero proprio loro i "bisnipoti" di quelli decantati da Durrell.
Il ciclamino greco, specie estremamente variabile la cui distribuzione comprende oltre a buona parte della Grecia anche l'Italia ed alcune aree della Turchia, vive in natura dal il livello del mare fino ai 1200 metri d'altitudine. Cresce tanto nelle lettiere delle pinete quanto in habitat più rocciosi, e non manca di infiammare di colore il terreno degli uliveti nella bella Corfù. I suoi bulbi sono di solito profondamente infissi nel substrato, e le radici sono carnose e spesse. E' una pianta estremamente variabile, tanto nelle foglie quanto per ciò che riguarda i fiori, e attualmente ne vengono riconosciute tre sottospecie, C. g. mindleri, C. g. anatolicum e C. g. graecum. I petali possono essere di un profondo color magenta, come anche rosa pallido o quasi bi9anchi, con solo poche tracce carminio.
Si può anche trovare in commercio: di solito, se il tubero è piantato bene in profondità, sopporta il gelo senza grossi problemi. Ma vale la pena di certo ammirarlo in natura, magari proprio lì dove negli anni '30 del secolo scorso le sue distese ai piedi degli ulivi si trasfomavano nei terreni d'esplorazione di Gerald Durrell.

.

Cyclamen graecum. Foto di Andrea Mangoni.