Il giardino naturale - La coltivazione delle "Violette Napoletane" nel 1868.

Viola mammola. Foto di Andrea Mangoni.

La primavera ha portato i suoi frutti. O meglio, i suoi fiori. Buona parte delle piantine di violetta da me ripicchettate ed amorevolmente accudite nel corso dell'estate scorsa ora è in piena fioritura. La bordura a nord inizia ad essere un tappetino viola e verde costellato di pratoline, fragole selvatiche, muscari, nepeta e menta piperita. Le tanto agognate Viola d'Udine e Viola Conte di Brazzà si stanno facendo attendere... la loro fioritura è un po' in ritardo. La Coeur d'Alsace poi, dopo un inverno terribile (per lei) in cui è quasi morta, ha fatto un solo, misero fiorellino. Nel giardino invece è spuntata una piantina di una viola mammola più chiara e tendente al ciclamino... chissà? Comunque sia, mi è giusto capitato sotto gli occhi in questi giorni un testo in inglese del 1868, dove si spiega la coltivazione della violetta così come era effettuata nel 1868; giust'appunto in una bordura a nord, come la mia. La mia traduzione dall'old English è forse un po' approssimativa... ma spero me la passerete. Alla prossima!

La viola mammola più pallida. Foto di Andrea Mangoni.

[Quando nella primavera scorsa ho visitato il signor Dore, dei Juniper Hall Gardens, sono stato molto colpito dalle sue eccellenti Violette; erano nella migliore salute possibile, e abbondantemente in fiore, i fiori come splendidi esempi individuali di coltivazione delle Violette. Il signor Dore mi ha gentilmente fatto conoscere il suo metodo di coltivazione, e la sua semplicità combinata con i risultati che ho visto, mi induce a renderlo noto prima ai lettori del Florist e Pomologist. - Wm Greenshields.]

In aprile, diciamo verso la metà del mese, scelgo un pezzo di terra sulla bordura a nord, e se non è già in buone condizioni deve essere portato ad esserlo con una generosa aggiunta di letame ben decomposto e humus di foglie, che può il più delle volte essere ottenuto dai vecchi appezzamenti coltivati a melone, e simili. Io incorporo questo (fertilizzante, n.d.t.) con il terreno della bordura, per la profondità di trenta o quaranta centimetri. Vado quindi a selezionare alcuni dei migliori stoloni radicati ottenuti dalle piante dell'anno scorso - questi saranno ben radicati come accuratamente previsto, e mantenuti puliti mentre le piante madri erano in fiore. Essi dovrebbero essere piantati in filari, larghi dai 30 ai 45 cm, il che permetterà che il terreno sia mantenuto aperto e pulito - un punto di grande importanza.

Gli stoloni di cui parlavo sono selezionati in luglio o in agosto, circa quattro o cinque per ciascuna pianta, sono adagiati nel suolo, e quando le piante sono trapiantate, ai primi di ottobre, sono ben radicati. Io quindi prelevo le piante con una buona zolla di terra, e le sistemo, con i giovani stoloni radicati, in un vecchio cassone per meloni (credo di aver capito si trattasse di una sorta di cassone di legno con coperchio a vetri, n.d.t.), il più vicino possibile al vetro. Se c'è rimasto un po' di calore nel letto della fossa, radicheranno e si stabiliranno nei loro quartieri invernali molto velocemente; ma non apprezzano un calore eccessivo. Essi sono piantati piuttosto fittamente nella fossa, lasciando appena tra le piante lo spazio sufficiente affinchè possano svilupparsi nuovi stoloni – essendo questi stoloni le piante giovani per l'anno successivo. Si deliziano nel terriccio di foglie ben decomposte, che uso in buona parte per farle fiorire.

Anche se non temono il gelo, trovo che tenendole così fioriscono più abbondantemente e danno fiori migliori. Io, quindi, fornisco un riparo extra in caso di maltempo, e sembra sempre, senza alcuna difficoltà, di raccogliere in abbondanza fiori da novembre fino a che non le impianto in aprile.

Hogg, R. (1868). The Florist and pomologist. Journal of Horticulture Office.

La bordura delle viole. Foto di Andrea Mangoni.

2 commenti:

Artemisia ha detto...

Ma che bel pezzo! veramente interessante il racconto del gentiluomo inglese, un pò alla Boland.
La traduzione mi è sembrata ottima!
Mi raccomando con le violette, fai lo zucchero che è una meraviglia.
(ps se ti serve la 'ricetta' sai dove trovarla^^)
Ciao Andrea!
la Zia

Andrea Mangoni ha detto...

ciao e grazie mille, Zia!!
sì, penso proprio di farci lo zucchero... e con quello di farci poi le frolle... gnam gnam...
per aiutare gi altri visitatori del blog nel prossimo post fotografico sulle viole metterò anche il link diretto al tuo post dell zucchero alle viole. dev'essere una delizia! Ciao!