Alcune razze di gallina possono vivere benissimo anche in giardino.
Gallina Padovana Gran Ciuffo o Padoue, camosciata. Foto Andrea Mangoni.
Recentemente la nostra amica Veronica mi ha fatto in un commento la seguente domanda:

Abito in campagna da pochi mesi nella casa di famiglia che era stata vissuta solo nei mesi estivi. Abbiamo un po' di terra, galline (che però non curo io ma la mia vicina). Sono da sempre attratta da questi animali e vorrei in primavera adottarne una "da compagnia". Vorrei tenerla nel mio giardino, libera. Suggerimenti sulla razza?

Visto che questa domanda mi è stata posta in privato da altri lettori, voglio presentarvi brevemente 5 razze che personalmente credo possano rappresentare un buon compromesso tra bellezza, produttività ed autosufficienza.

Iniziamo col dire immediatamente che spesso polli e giardino rappresentano un binomio assai poco gestibile. I polli razzolano, distruggono fiori e piante, non hanno mai imparato ad usare la toilette, richiedono cure specifiche. Tutto verissimo. Ma esistono parecchie razze che possono ugualmente darci più di una soddisfazione, per via del loro carattere mite, delle loro dimensioni, del loro comportamento; alcune sono più robuste e altre invece meno, alcune razzolano ed altre no, alcune sono nane ed altre giganti, alcune sono belle ed altre bellissime. I polli nani in maniera particolare sono spesso stati
.

La natura non è morta. Essa vive e cresce. Tutto ciò che l'uomo deve fare è convogliare queste immense forze nascoste nella produzione [...]. Purtroppo, invece che usare questo enorme potere, la gente ha deciso di distruggerlo.
Masanobu Fukuoka

Immagina. 
Immagina che le piante del tuo giardino producano frutta senza che tu faccia nulla per loro. Senza potature, senza attenzioni, senza nulla.
Immagina di coltivare un campo senza arare, o un orto senza sarchiare. 
Ora guardati indietro, e scoprirai che qualcuno ha già provato ad ottenere tutto questo. Si chiamava Masanobu Fukuoka, e vi ho già parlato di lui in passato, qualche anno fa, quando se ne è andato alla verde età di 95 anni. Si trattava di un uomo che ha cercato per tutta la sua vita non di piegare la Natura ma di piegarsi ALLA Natura, nel suo nativo Giappone. 
Il titolo di questo libro è, in effetti, fuorviante. Fuokuoka col metodo di coltivazione biologica aveva poco a che vedere, il suo approccio era molto più radicale. Si poneva infatti di fronte alla Natura con lo sguardo più di un fedele (in senso religioso) che di un agricoltore.
Qual'era la sua filosofia di base? L'idea di partenza era quella di osservare come

Gallo di Polverara. Foto Andrea Mangoni.

Quando mi sono messo a scrivere questo post, volevo augurare a tutti un bellissimo, felicissimo e bianchissimo Natale.
Ma qui la neve non c'è. Nemmeno un fiocco. C'è un sole splendido, ma come fare per trovare il classico Bianco Natale?
E così ho cercato il bianco, e l'ho trovato.

Ho trovato il bianco nel candore opaco e nuovo del piumaggio del mio gallo di Polverara. Un animale selvaggio, fiero, indistruttibile. L'anno scorso un brutto malanno al piede mi ha fatto disperare di poterlo salvare; si è riassestato da solo, dopo che le medicine avevano potuto poco o nulla, continuando poi imperterrito a riprodursi e a fare il padrone del pollaio. Vi auguro un Bianco Natale e un nuovo anno fieri e possenti come lui, che vi facciano vibrare in ogni fibra del vostro essere.

Mais Biancoperla. Foto Andrea Mangoni.

Ho trovato il bianco nella vitrea opalescenza dei chicchi di mais "Biancoperla", antica varietà veneta di cui sono finalmente riuscito ad avere qualche pannocchia da usare per la semina del prossimo anno. Sono pochi grani, ma rappresentano un'eredità diretta con tutto quel mondo agricolo che fino agli anni '60 continuava a resistere nelle nostre campagne. Vi auguro un Bianco Natale e un nuovo anno ricchi e pieni di tradizione e ricordi, belli e meno belli, perché il passato possa farvi da monito e guida nella ricerca del futuro.

Soprattutto, ho trovato il bianco nel candore dello sguardo di mio figlio Pietro. Occhi candidi e puri che guardano il mondo con sorpresa, voglia d'avventura, affetto e Amore. Vi auguro un'intera Vita ricca e piena di quell'Amore che permea tutto il suo sguardo e tutto il suo essere. 

A tutti voi, di cuore, Felice Bianco Natale. 

L'Infinito.

 Rullo di tamburi! Eccoci arrivati al sesto - ed ultimo  - Carnevale della Biodiversità, questa volta ospitato da OggiScienza. Qui troverete tutti gli interventi dei partecipanti a questa edizione.
.
Parenti Serpenti. Accidenti, quante cose da dire, potenzialmente! Di cosa parlare? Dei gamberi d'acqua dolce europei, scalzati dai fiumi e dai torrenti dall'infido parente Procambarus clarkii o gambero della Louisiana, che oltre a cibarsene li fa ammalare trasmettendo la peste del gambero? Parlare degli imenotteri Crisidi e di come cleptoparassitizzano innumerevoli specie di altri imenotteri? O degli imenotteri Icneumonidi che parassitizzano altri imenotteri, i Siricidi? No, per l'ultimo appuntamento col Carnevale voglio raccontarvi una storia di biodiversità zootecnica e di come questa possa risultare intricata ed affascinante quanto un romanzo.
Si tratta della storia di due lontane parenti, che si rincorrono da secoli rubandosi primogeniture, nomi e patrimonio genetico: sono la Gallina di Polverara e la Gallina Padovana a Gran Ciuffo.

A Polverara rooster. Photo Andrea Mangoni.
Primo piano di un gallo di Polverara. Foto Andrea Mangoni.
C'era una volta una gallina.
Viveva nell'Europa dell'Est, in un pollaio, quando uno studente decise di infilarla in una stia e di rapirla dalla sua bucolica felicità. Era una bella gallina, grossa, con un vistoso ciuffo di penne in testa; lo studente l'avrebbe utilizzata come produttrice di uova - e in caso estremo come viatico - durante il lungo viaggio che lo avrebbe portato a Padova a studiare, alla
Natrix natrix. Foto Andrea Mangoni.
È arrivato Dicembre, e come tutti sapete sta per arrivare una data importantissima. Natale? Ma no! Qualcosa di molto più interessante e che comporta molti meno regali: la VI edizione del carnevale della Biodiversità si terra' infatti tra pochissimo, il 12 Dicembre.
Una caratteristica in comune col Natale pero' questo carnevale ce l'ha: ha a che fare coi parenti.
Il tema, come sempre provocatorio per stimolare l'inventiva di chi scrive e la curiosità di chi legge, sarà infatti:

PARENTI SERPENTI

e il blog ospite sarà il popolarissimo Oggiscienza.
Sssssssiamo molto curiosi di vedere cosa ci aspetta in questa sssssesta edizione!
Ecco intanto i link alle passate edizioni:

I – Infinite forme bellissime
II – Biodiversità e adattamenti
III – Le dimensioni contano
IV – Alieni tra noi
V – Nicchie estreme

FAQ:

D. Ho un blog in cui parlo di biologia e vorrei partecipare, come faccio?
R. Semplice, manda una email di adesione a questo indirizzo e il comitato direttivo valuterà la candidatura (per mantenere alti gli standard siamo costretti a fare una minima selezione, della qual cosa ci sentiamo comunque molto in colpa). Chi ha già partecipato verrà invece contattato in privato dal Comitato.

D. Non ho mai partecipato alle precedenti edizioni, posso partecipare a questa?
R. Certamente, tutti i bio-blogger sono benvenuti

D. A chi mando il mio post dopo che l’ho scritto?
R. I contributi al Carnevale vanno inviati a Stefano Dalla Casa, uno degli autori di Oggiscienza, a questo indirizzo.

D. Entro quando posso mandare la mia candidatura per partecipare?
R. Possibilmente entro il 5 Dicembre

D. Entro quando posso mandare il mio post per l’inclusione nella rassegna del Carnevale?
R. Entro e non oltre il 10 Dicembre, per dare tempo ad Andrea di leggere il post e recensirlo nella rassegna. Ritardi nell’invio del post potrebbero portare all’esclusione dal Carnevale

D. Ho una domanda sul Carnevale e vorrei discuterne in privato, con chi posso parlarne?
R. Puoi rivolgerti ad uno qualsiasi (o a tutti e tre in CC) del comitato direttivo, Livio Leoni, Marco Ferrari o Lisa Signorile.
Quali sono i dieci articoli più letti di sempre di questo blog? Ovviamente il risultato è in perenne cambiamento ed è visibile nella colonna di destra in qualunque momento, ma oggi voglio vedere meglio con voi cosa più ha richiamato fino ad ora l'attenzione del nostro pubblico. Quindi rullo di tamburi, ecco che si va ad iniziare!

Il post più letto - e commentato! in assoluto riguardo l'utilizzo migliore della piccola incubatrice manuale covatutto 16. Pare che in tanti abbiano trovato utili i consigli contenuti in questo post, che si riconferma il più letto di tutto il blog. A quanto pare, più di qualche pulcino gli deve la sua nascita...
Irene, gallina Polverara bianca. Foto Andrea Mangoni.
Quando, un paio di giorni fa, l'avevo trovata abbacchiata sulla mangiatoia, inerme, avevo immediatamente capito che non sarebbe arrivata a mattina. Era magrissima, tutta penne e ossa, e nelle ultime settimane era dimagrita e peggiorata sempre più. 

Irene, gallina Polverara bianca. Foto Andrea Mangoni.

Irene se n'è andata così, di notte, sul posatoio notturno che per tanti anni aveva caparbiamente dominato. Era un animale dal carattere forte e deciso, battagliero, ed era pure straordinariamente sana. Era molto probabilmente la mamma di Leonida, e pure di Pippo, mio attuale riproduttore; in questo senso, il suo sangue scorre praticamente in tutte le Polverara di ceppo Rossetto ancora esistenti. Dotata - come la propria madre, di lunghi e sottili speroni, aveva continuato
Coppia di Robusta Lionata. Foto di Susanna Paolillo.
Il Veneto è da sempre una regione dalla spiccata vocazione per l'Avicoltura. Le razze ed i ceppi autoctoni selezionati dalle popolazioni contadine sono statti numerosi, e quanto mai vari per forma, dimensioni, indirizzi selettivi. Ma vi sono stati anche dei tentativi di formare, in maniera forse artificiale, delle nuove razze avicole partendo da razze straniere; questi lavori di selezione, che vennero attuati dalla Stazione di Pollicoltura di Rovigo attorno al 1965, sfociarono nella formazione di tre nuove razze sintetiche: la Robusta Lionata, la Robusta Maculata e l'Ermellinata di Rovigo. E proprio della prima di esse vorrei parlarvi oggi.

La Robusta Lionata nasce dall'incrocio tra la Orpington fulva e la White America, e dal successivo meticciamento degli F1; Si scelse di privilegiare animali a mantello fulvo e coda nera, che da pulcini presentavano il piumino della testa fortemente maculato. Proprio questa caratteristica fece propendere i selezionatori per affibbiarle il nome di Robusta Lionata: era un modo per omaggiare l'esperto avicolo A. Taibell, che negli anni '30 e '40 aveva coniato il termine "lionata" per definire una livrea fulva a coda nera più o meno uniforme, caratterizzata dal piumino picchiettato dei giovani pulcini che ricordava il mantello dei leoncini neonati.

Si tratta di polli dalla corporatura... robusta, come dice il nome; il colore è un fulvo più possibile uniforme, sono ammesse tracce di nero sulla mantellina. La coda ha penne che
Gallo nero di Polverara. Foto Leonardo Bezzegato.

@ Vi ricordate il galletto di cui vi ho parlato qualche mese fa, Boyz II Men? Bene, quest'estate dei giovani allevatori del Piovese, Leonardo, Michele e Federico, mi hanno chiesto se avevo degli esemplari cedibili, e alla fine dopo aver parlato con loro mi sono convinto a dargli proprio quel giovane gallo. Non avendo femmine pure disponibili, ho cercato di trovare delle belle pollastrine F1 (incroci cioè di prima generazione) figlie proprio di quel galletto con una bella gallina cucca. Ovviamente ho garantito loro massimo appoggio nella selezione della futura prole, in maniera da ricostituire nel giro di poche generazioni tutti i caratteri della Polverara. Sono stato perciò felicissimo di poter vedere sul loro blog qualche immagine di questi animali a distanza di alcuni mesi! E sono stato ancor più felice di vedere quanto e come fosse cresciuto quel piccolo gallo! E' diventato proprio un magnifico animale, certo
Ecco in un breve video quella che è la situazione del pollaio in questo autunno così altalenante. Si possono osservare vedere bene le Boffe nel loro nuovo ricovero, le Polverara, le anatre mute di Barberia e i tacchini. E' un piccolo viaggio virtuale nel mio allevamento, spero vi possa interessare. A presto!

*****

AVICOLTURA E BIODIVERSITA': LETTURE PER SAPERNE DI PIU'

 .  . 
 .  . 
*****
Una delle femmine di anatra muta di Barberia. Foto di Andrea Mangoni.

Comunicazione di servizio... come da titolo, cedo esemplari (coppie ed eventualmente alcuni giovani) di anatre mute di barberia. Animali di taglia medio piccola, ottime covatrici e madri, capacissime di volare, e - lo ammetto - molto gustose. Ne potete osservare alcuni esemplari nei miei video. Se interessati potete contattarmi a info@oryctes.com per qualunque tipo di informazione. ciao!
.

Lunedì 17 ottobre sono iniziati i nuovi corsi di Botanica e Giardinaggio che tengo per conto dell'Università Popolare di Camponogara

Il corso di I livello, che conta ben 24 iscritti, cercherà di dare agli studenti delle nozioni di base per affrontare l'avventura del giardinaggio e dell'orticoltura nel migliore dei modi. Parleremo del terreno e delle sue caratteristiche, di concimazione, di natural gardening, di progettazione del giardino, e delle varie piante che lo abiteranno; apriremo una finestra sulle modalità di riproduzione delle piante, e delle tecniche ad essa collegate (talea, margotta, innesto, conservazioni dei semi); vedremo le caratteristiche delle principali piante orticole e accenneremo a tecniche di coltivazione poco note a molti (agricoltura naturale, sinergica, permacoltura), ed infine cercheremo di trattare la gestione dell'olivo e di altri alberi da frutto.

Meno numerosi ma comunque molto motivati gli studenti del corso di II livello: con loro affronteremo il mondo delle piante d'appartamento, delle bulbose, del giardino roccioso e dello stagno; parleremo della coltivazione delle principali tipologie di fruttiferi, compreso qualche albero da frutto meno comune; infine, faremo un viaggio visrtuale in alcuni dei più bei giardini del Veneto, per poterli ammirare e scoprirne i segreti.

Insomma, anche quest'anno un'avventura entusiasmante, che mi terrà occupato tutti i lunedì sera per i prossimi mesi! Un grazie enorme a tutti gli studenti che mi accompagneranno in questo viaggio, spero che possiate trovarlo utile e proficuo! A presto!

PS Sebbene le iscrizioni siano chiuse, per chi desiderasse maggiori informazioni o volesse provare a
 organizzare qualcosa di simile nella propria città, contattatemi ad info@oryctes.com.

Andrea Mangoni

.

Molte orchidee, come questa Epipactis palustris, occupano nicchie
ecologiche estremamente ristrette. Foto di Andrea Mangoni.
Il concetto di nicchia, lo ammetto, mi stava traendo in inganno. Al leggere il titolo di questo quinto Carnevale della Biodiversità, ospitato stavolta da Andrea Cau di Theropoda, la mente era già partita verso vermoni giganti che vivono vicino alle dorsali oceaniche tra acque caldissime e lava continua; oppure a tanti altri animali che hanno scelto habitat incredibili, e...

Appunto. Habitat. Stavo confondendo i termini habitat e nicchia. Se il primo rappresenta l'ambiente d'elezione di una specie, il secondo invece indica l'insieme di tutte le condizioni fisiche, di rapporti con le risorse ed i predatori, di interazioni con gli altri organismi che la caratterizzano. Vista da questo punto d'osservazione, la cosa si fa di sicuro molto più vasta ed intrigante.

Sì, perchè nel considerare estrema una nicchia non concorrono più solo l'ambiente esclusivo di vita, ma anche tutti i rapporti con il cibo, le prede, i predatori, che l'organismo si trova a vivere. In quest'ottica ovviamente tutto si complica, e ammetto che ho dovuto pensare non poco, a questo punto, per trovare una nicchia che sia davvero estrema. Poi piano piano mi è balenato (è proprio il caso di dirlo!) in mente un animale che non ha mai davvero riscosso le mie simpatie, ma che di certo può vantare una nicchia estrema: il capodoglio (Physeter macrocephalus).
Pieris rapae su nepetella. Foto Andrea Mangoni
Vi ho già parlato in passato di come attirare le farfalle in giardino grazie ad essenze fiorite.Rimane però difficile per la maggior parte di noi attirare le farfalle al nostro coloratissimo “bar” e convincerle ANCHE a deporre le uova da qualche parte in giardino, per far sì che vi si stabiliscano permanentemente. OBruco di Pieris rapae. Foto di Andrea Mangoni.ggi quindi torno sull'argomento in maniera un po' particolare, descrivendovi come poter osservare in una sola aiuola il ciclo vitale di una bella farfallina diurna: la cavolaia minore (Pieris rapae).

Questa bella specie è oramai diventata un'ospite stabile del mio giardino, non solo in quanto frequentatrice delle piante fiorite ma anche perchè vi si riproduce regolarmente. Mentre scrivo, nei primi giorni di settembre, vi sono almeno tre esemplari che si rincorrono lungo l'aiuola e poco fa ho visto una femmina deporre le sue uova. Proprio per questo
@ A proposito di ceppi satellite. Qualcuno di voi magari ricorderà che anni fa diedi un gruppo di Polverara di ceppo Rossetto a due amici di Camposampiero, Davide e Marco. Bene, gli animali sono cresciuti e stanno bene. Il gallo sembra essere una vera macchina da guerra, è diventato davvero grande ed aggressivo! Peccato per alcuni difetti come il colore degli orecchioni, la forma del ciuffo, quella della cresta... ma accoppiato con le giuste femmine il problema non dovrebbe porsi. Nessuna delle tre galline che avevo dato loro peraltro era strettamente imparentata con le altre, e questo fa sì che il gruppo in questione avesse le potenzialità per dare una prole sana e soprattutto con una buona variabilità genetica. Così, visto che ho deciso di intramprendere con le Polverara uno schema di selezione a più famiglie matrilineari, ho pensato di chiedere a Davide qualche uovo e, se fosse stato possibile, anche una delle tre galline, unica figlia di una Polverara a cui tengo molto. Se da un lato la gallina purtroppo non ha fatto uovo perché aveva già iniziato la muta, dalle uova datemi da Davide sono nati 4 bellissimi pulcini che stanno crescendo davvero bene. Li potete vedere nel video sui miei pollai 2011, sono i quattro bei pollastrini nella gabbia. alcuni hanno una struttura quasi da carroarmato, sembrano proprio
Maschio di Aegosoma scabricorne. Foto di Andrea Mangoni.
In questo periodo dell'anno è possibile trovare, in molte zone d'Italia, un bellissimo e grosso coleottero cerambicide: Aegosoma scabricorne. Fa parte della famiglia dei Cerambycidae e della sottofamiglia dei Prioninae, che comprende alcune specie tropicali davvero spettacolari. Nell'ottica dell'entomofauna del nostro Paese, però, anche A. scabricorne è un piccolo gigante: può superare i 5 cm di lunghezza e le sue antenne sono ancora più lunghe. Si tratta di un insetto


Cari amici, dopo parecchio tempo mi ritrovo con diversi esemplari cedibili. Si tratta di alcune Polverara ceppo Rossetto di seconda scelta, incroci di prima generazione (F1) tra Polverara e altre razze e ibridi vari, compreso un delizioso galletto nano. Gli animali hanno età comprese tra il mese ed i 3 mesi e mezzo. Come al solito di ogni esemplare trovate le caratteristiche salienti. Ove già possibile determinarlo con certezza, è stato indicato il sesso dell'animale.

Ricordo a tutti che chi riceve i miei animali riceve anche se lo desidera la mia consulenza e la mia assistenza nel portare avanti la selezione della futura prole allo scopo di ottenere animali il più possibile vicini agli standard di razza.

Per vedere gli animali cedibili, vai alla lista delle cessioni:



Patate Vitelotte. Foto Andrea Mangoni.
Avevo fatto tanti bei progetti e programmi, quest'anno, sulle cose da piantare e da fare; purtroppo la Vita ha disposto diversamente e sono riuscito a ripettare solo pochi degli scopi che mi era riproposto di perseguire... pazienza! Le piantine di melone e zucca marina sono state distrutte dal maltempo e dagli animali, e molte varietà non sono proprio riuscito a seminarle. Almeno un ortaggio però mi ha dato qualche soddisfazione: le patate

Avevo infatti piantato in un metro quadro di terreno una serie di tuberi-seme di due varietà. La prima era una bella patata grossa, a buccia rossa, che avevo trovato in Cadore; l'altra era una meravigliosa varietà francese antica, gentilmente donatami da Angelo Passalacqua de Gli Amici dell'Orto: si tratta della patata viola o Vitelotte

Patata Vitelotte. Foto Andrea Mangoni.
La Vitelotte è un'antica varietà francese (pare la apprezzasse molto Alexandre Dumas), derivante direttamente dalle patate selvatiche coltivate in Perù. La forma è allungata, raramente ovoidale. La caratteristica principale che la rende speciale agli occhi dei più è lo straordinario colore: la buccia nero bluastra racchiude una polpa intensamente colorata di viola, tendenzialmente farinosa. Questo colore così peculiare, che a

Dopo lungo tempo vengo a riproporvi un documento storico di interesse avicolo. Si tratta del Catalogo della ditta Pochini del 1922. Luigi Pochini era un avicoltore ed allevatore molto noto ai suoi tempi, oltre che autore di libri sull'avicoltura; di lui ho già riproposto il volume Avicoltura Pratica del 1905, recentemente reso di libero download senza richieste ulteriori.

Il catalogo si rivela d'interesse in quanto vero spaccato della realtà amatoriale avicola del nostro Paese, con rappresentazione di incubatrici, trinciaerba, sperauova ed altri strumenti usati in quegli anni. In più è presente un catalogo di razze avicole e canine con foto storiche estremamente interessanti, e denominazioni che fanno pensare o discutere...
Coppia di Sottobanca; in primo piano la femmina. Foto Andrea Mangoni.

Nuovi arrivi nel mio allevamento! Ho infatti iniziato una nuova avventura, per me completamente nuova: l'allevamento dei colombi. Ho avuto infatti l'opportunità di ricevere in regalo da un caro amico alcuni esemplari appartenenti a razze italiane veramente belle: il Sottobanca ed il Triganino Modenese.
Matteo Grilli Wildlife Art

L'ho scoperto solo oggi, ma ve lo voglio segnalare subito. Il blog di Matteo Grilli, che si appoggia alla piattaforma di Blogger.com, è un meraviglioso esempio di quel che può fare il giusto connubio tra arte e natura. I suoi dipinti ci trasportano in Australia, nel bush come negli acquitrini e lungo le spiagge, e colgono gli attimi fuggenti della vita selvatica locale. Gli schizzi raccolti sul campo sono poi elaborati in acquerelli eleganti dal punto di vista formale e precisi dal punto di vista naturalistico. Ibis, koala, pappagalli ed uccelli acquatici prendono vita sulla carta, facendo rimpiangere amaramente di non essere stati accanto a Matteo mentre ne trasferiva su foglio l'essenza vitale. 

Per tutti gli appassionati di illustrazione naturalistica e/o dell'affascinante territorio australiano, non posso fare a meno di consigliarvi di visitare il suo sito: è veramente splendido!

*****
Nei giorni scorsi un caro amico, Gianni Pizzi, mi ha segnalato la presenza di un eccezionale habitat ricchissimo di esemplari di una magnifica orchidea spontanea, Epipactis palustris. L'habitat in questione, un prato umido, si trova nel territorio comunqle di Dolo, in provincia di Venezia. Quando ci sono stato non potevo credere ai miei occhi, il terreno era completamente ricoperto di esemplari di orchidea! In alcuni punti la densità arrivava a 30-40 piante per metro quadro. Gli steli delle piantine, quasi tutti oramai sfiorite (purtroppo), si levavano a 20-30 cm d'altezza dal suolo, mentre qualche esemplare eccezionale arrivava a 60 cm. E' un delitto pensare che questo habitat così ricco possa correre il serio rischio di scomparire: purtroppo infatti tutta l'area risulterebbe, da quello che ho capito, interessata dai futuri lavori per la camionabile e l'idrovia, che dovrebbero modificare radicalmente l'aspetto di questo territorio.

Epipactis palustris in provincia di Venezia è diffusa in varie località, ma è in generale rarefazione in quanto i suoi habitat d'elezione sono costantemente minacciati dall'avanzare dell'antropizzazione del territorio. E' un'orchidea spontanea caratterizzata da fiori penduli od orizzontali di colore bianco-roseo, posti in cima a steli che possono raggiungere in casi eccezionali i 70 cm. Una delle caratteristiche salienti del genere Epipactis è quella di avere un'apparato radicale formato da rizomi stoloniferi, che consentono quindi una moltiplicazione
Oggi vorrei lasciarvi con una brevissima clip delle Polverara di ceppo Rossetto al pascolo, e nel farlo approfitto della situazione anche per ricordare un paio di considerazioni, forse ovvie, sull'importanza che esso ricopre per questi animali.
Per polli ed altri avicoli infatti il pascolo rappresenta più di una semplice occasione di variazione della dieta. Affinché esso rimanga permanentemente inerbito, dovremo calcolare una densità di animali AL MASSIMO di 1 capo ogni 10 metri quadri di prato; al di sopra di
Primo piano di un gallo di Boffa. Foto di Andrea Mangoni.
Gallo di Boffa o Barbuta padovana. Foto di Andrea Mangoni.
*****
Questo post partecipa al quarto appuntamento del Carnevale della Biodiversità, ospitato da Erba Volant
*****
Nella nostra cultura la parola alieno evoca immediatamente la figura di un omino grigio verdastro con grandi e liquidi occhi scuri, sbucato da un'astronave. Se poi ci dice "ET Telefono casa" meglio, ma non è così importante. Piuttosto, speriamo che arrivi Scully a trarci d'impaccio...
Ma nella nostra lingua la parola alieno significa in primo luogo semplicemente "di altri, straniero". E questa parola ricopre un ruolo di notevole importanza per tutti coloro che si occupano di biodiversità, da tutti i punti di vista, anche se con accezioni profondamente differenti. 
Quando parliamo di biodiversità in natura, parlare di alieni fa spesso venire la pelle d'oca. Qui l'alieno si ammanta di un altro nome, più subdolo e meno facilmente identificabile dal profano: alloctono. Immaginiamo per un momento un ambiente naturale in perfetto equilibrio, dove tutti gli organismi si sono pazientemente evoluti in milioni di anni. Immaginiamo che in questo ambiente arrivi con le proprie appendici - o vi venga portato - un organismo che gli è completamente estraneo. E qui ricordiamoci che per biodiversità si intende di norma la ricchezza data dalla diversità genetica degli organismi che si integrano in un ecosistema; in questo senso, l'arrivo di un organismo nuovo non potrebbe rappresentare un'arricchimento della biodiversità? Sì e no - più no che sì, in verità - e vediamo subito il perché. Se l'ambiente non ha subito la meglio,
Le galline in cova ed i pulcini sono tra i soggetti maggiormente a rischio di infestazione. Foto Andrea Mangoni.
Con l'estate i nostri amici pennuti ritrovano dei vecchi, fastidiosissimi (e pericolosi!) parassiti: i pidocchi pollini e gli acari ematofagi. E' infatti in questa stagione che si ha la maggiore proliferazione di questi invertebrati. Ma spesso tra gli appassionati vige molta confusione riguardo l'identità di questi animali, e ogni genere di ectoparassita viene sbrigativamente classificato come "pidocchio". Poiché le cose stanno molto diversamente, vale la pena vedere più da vicino di chi stiamo parlando.
Gallina Polverara bianca con cresta a cornetti visibile. Foto Andrea Mangoni.
L'immagine di un bel gallo con la sua cresta rossa come una vela al vento, sopra la testa, l'abbiamo bene in mente tutti. Ma ci sono razze di polli che possiedono delle caratteristiche davvero particolari, e in questo caso vogliamo parlare di un carattere genetico che sdoppia letteralmente la cresta dei nostri polli in due, modificandone nel contempo la forma. Si tratta del locus D e dei suoi alleli. 

Il locus D ha la proprietà infatti di essere incompletamente dominante e di poter sdoppiare completamente o parzialmente la cresta semplice. A seconda dell'allele coinvolto, lo sdoppiamento potrà essere più o meno evidente e la forma della cresta cambiare radicalmente. 

Degli alleli di D, quello chiamato Dc è stato individuato come la causa della cresta a coppa, presente in razze come la Siciliana o la Caumont. Esso trasforma la lamina sdoppiandola e sagomandola come una coppa dai margini dentati più o meno

Fiore di Lychnis coronaria. Foto di Andrea Mangoni.

Quando tornavo a piedi a casa percorrendo il tragitto dalla fermata dell'autobus, c'era un piccolo giardino abbandonato in cui a parte qualche vecchio cespuglio di rose oramai sfatto erano presenti solo erbacce e pochissimi fiori; uno di questi però faceva di tutto per farsi notare, sia per il colore verde argenteo delle foglie sia per i fiori di colore ondeggiante tra il malva ed il ciclamino. Era una piantina vitalissima, che si autoseminava ovunque, anche nelle crepe dei marciapiedi o nei buchi dei mattoni forati, dove cresceva con le sternbergia e con le speronelle. Mi ci sarebbero voluti alcuni anni per sapere che si trattava di Lychnis coronaria.
L. coronaria è una delle cinque specie di questo genere che è reperibile anche in natura in Italia; è parente del più piccolo ma altrettanto affascinante fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi) e delle sileni, come lei appartenenti alla famiglia delle cariofillacee; anzi, per alcuni autori pure la nostra cotonaria dovrebbe essere inclusa nel genere Silene. La pianta ha foglie e
Il fiore della rosa Omar Khayam. Foto di Andrea Mangoni.
L'Iram è, in fede, svanita con tutte le sue rose, la sette volte inanellata coppa di Jamshid nessuno più può trovare; ma ancora il vino si accende di rubino, ancora il giardino rifiorisce dove scorre l'acqua.
La mia tomba sarà in un luogo tale, che ad ogni primavera il vento del nord farà piovere fiori sulla terra del corpo mio.
Omar Khayam rappresentava una figura estremamente complessa nel pur arabescato mondo mediorientale della Persia del XII secolo. Astronomo, matematico, esperto di musica, poeta; uomo di scienza e di lettere, dotato di uno stile intriso di malinconia e dolce rabbia per un disegno della Creazione che gli appariva forse, in ragione della morte, troppo effimero per essere appieno gustato. Le sue quartine vennero tradotte in occidente dallo scrittore inglese Edward Fitzgerald, e da qui
Caglio zolfino (Galium verum). Foto di Andrea Mangoni.
Per anni, da bambino, leggendo che le larve di sfinge passera si nutrivano di Galium, mi ero chiesto di che pianta si trattasse. Poi, un bel giorno, sfogliando un libro di botanica l'ho finalmente scoperto: Galium verum, il caglio zolfino, era lì disegnato di fronte a me. Una pianta in apparenza esile, con minuscoli fiorellini gialli. Non mi ci volle molto per scoprire che, in tutta la mia campagna, non ne cresceva che una sola, misera pianticella, quasi soffocata del tutto dall'invece esuberantissima G. mollugo.  provai a più riprese a prelevarne le radici e gli stoloni, ma senza successo. Non attecchiva mai. In compenso la pianta originale un bel giorno finì per cedere il passo alle altre sue concorrenti vegetali, e svanì per sempre dalla campagna.
G. verum in vaso.
Cercai e ricercai la pianticella in giro; la trovai abbondante in tante parti d'Italia, dalla Lombardia alla Toscana, me chissà perché non riuscivo ad individuarla vicino a me.
poi, un bel giorno, passando per una stradina secondaria vicino a casa mia ne trovai una bella colonia lungo l'argine sassoso di un fossato: cresceva in compagnia di trifoglio rosso e salvia dei prati, un connubio anche esteticamente bellissimo, come un arazzo di colori in miniatura. Una vera gioia per gli occhi. Memore delle passate esperienze, stavolta non andai per il sottile: prelevai una piantina con tutta la zolla. E finalmente così facendo il caglio zolfino finì per tornare tra le piante della mia campagna.
Il caglio zolfino è una pianta della famiglia delle
Rosa Ville de Bruxelles. Foto di Andrea Mangoni.
La Ville de Bruxelles è entrata nel mio giardino quasi per caso. Mia moglie Roberta, infatti, aveva deciso di regalarmi due rose antiche in previsione del nostro anniversario di matrimonio. Recatasi al vivaio La Campanella, specializzato in rose antiche, si è resa conto che una delle due varietà che voleva acquistare non era immediatamente disponibile. Così ha deciso di farsi consigliare dalla titolare del vivaio per trovare una degna sostituta, e devo dire che mai scelta si è rivelata col tempo più felice.

Boccioli in vari stadi di Rosa Ville de Bruxelles. Foto di Andrea Mangoni.
La Rosa Ville de Bruxelles ("Città di Bruxelles", in francese) venne ottenuta da Vibert nel 1849 in Francia. E' una damascena dai grandi fiori stradoppi e quadripartiti, rosa intenso che tendono a scolorire leggermente ai bordi. I boccioli, avvolti da sepali dotati di lacinie fogliose, hanno forma a coppa ma una volta del tutto aperti sono appiattiti e larghi, caratterizzati da un profumo dolce e intenso degno delle migliori damascene.

Boccioli in vari stadi di Rosa Ville de Bruxelles. Foto di Andrea Mangoni.
La Ville de Bruxelles è un'arbusto vigoroso, che può arrivare a un metro e mezzo di altezza, caratterizzato da foglie leggermente incurvate di un bel verde chiaro vivace. Gli steli ed i rami hanno pochissime spine, ma molte sottili setole. In definitiva, è una delle rose più belle che io abbia avuto il piacere di trovare e coltivare. L'unico cruccio è che fiorisce una sola volta, in primavera... ma come per moltissime rose antiche, questo dende ancor più intensa sia l'attesa dei primi boccioli sia la soddisfazione di assaporarne per la prima volta la meravigliosa fragranza.

*****

. .
. .

Foglie e fiori di Rosa Ville de Bruxelles. Foto di Andrea Mangoni

Gallo di Polverara (Boyz II Men). Foto di Andrea Mangoni.
Ok, prima che lo chiediate: sì, è il nome del gallo nero di Polverara protagonista del post. E sì, ho una fantasia malata nel trovare nomi per gli animali, ma   chissà perché mi sembrava adatto a questo galletto che è rimasto nel pollaio per una serie di coincidenze fortuite. 
Iniziamo col dire che Boyz II Men NON avrebbe dovuto restare con me. Era uno dei figli di Pippo che avevo messo tra gli animali cedibili, perché presentava tutta una serie di "difetti" che me lo rendevano difficile da scegliere come riproduttore del mio ceppo di Polverara: innanzitutto aveva un difetto ad un dito, con un'unghia deforme; poi era rimasto purtroppo più piccolo dei suoi compagni di covata, probabilmente non perché geneticamente minuto ma perché essendo l'ultimo schiuso faticava a nutrirsi a causa dell'arroganza dei fratelli.
Aglio orsino (Allium ursinum). Il sottobosco ed i margini dei sentieri ne erano letteralmente pieni. Foto di Andrea Mangoni.

Un coleottero cerambicide. Nei prati attorno al bosco se ne vedevano diverse specie. Foto di Andrea Mangoni 

Primo piano di uno dei tantissimi ragni cacciatori presenti nell'erba. Erano eccezionali predatori di farfalle e mosche. Foto di Andrea Mangoni.

Fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi). Foto di Andrea Mangoni.

I prati vicini alla Palazzina di Caccia erano invasi dalla salvia campestre (Salvia pratensis) e dai fior di cuculo. Foto di Andrea Mangoni.

Papavero (Papaver rhoeas). Foto di Andrea Mangoni.

Una vecchia vanessa Io (Inachis io) si riposava tra le erbe del prato. Foto di Andrea Mangoni. 

Io e Pietro ( e Roby alla macchina fotografica). Tutta la famiglia a passeggiare nel parco, qualcuno per la prima volta.  Foto di Roberta Maieli.