Chioccia ibrida con pulcini. Foto Andrea Mangoni.
Negli ultimi tempi ho ricevuto diverse domande nei commenti di alcuni post di carattere avicolo, così ne approfitto per dare pubblica risposta ai vostri quesiti, visto che possono essere d'interesse generale. Andiamo subito a vedere da dove partire.
  • Quante uova deve deporre una gallina, prima che queste siano feconde? Dopo l'accoppiamento con un gallo, la gallina può deporre uova feconde a partire già dal secondo uovo. Per maggior sicurezza, si possono raccogliere le upva dal terzo-quarto giorno.
  • Dopo quanti giorni dall'inizio della cova si possono togliere le uova non feconde e inserire quelle che ci interessano? spesso quando la gallina sta deponendo si raccolgono mano a mano le sue uova e se ne lasciano nel nido delle altre affinché l'istinto alla cova si manifesti ma senza rischiare che le uova di nostro interesse si rompano o rovinino. Queste uova "fantoccio" si
Gallo di polverara, con parecchi difetti ma vitalissimo e splendente. Foto Andrea Mangoni.

Lo ammetto, negli ultimi tempi, continuando a seguire le mie mille attività ho perso di vista qualcosa.

L'avicoltura è diventata un impegno da sbrigare il più rapidamente possibile, nel miglior modo possibile, ma aveva perso un connotato speciale: quello della ricerca e dell'entusiasmo. Oggi ho ritrovato questa dimensione, grazie ad una serie di incontri differenti ma interessanti.

Per prima cosa ieri sono andato a vedere come procedevano le cose a casa di un amico cui avevo affidato un piccolo nucleo di Polverara di ceppo Rossetto. Le galline, tanto quella di razza pura quanto l'ibrida, stavano benissimo. Molto belle e vitali, lustre, uno spettacolo. Ma quello che colpiva l'attenzione era il gallo. Lo si notava fin da lontano per la sua magnifica livrea nera ricca e cangiante di riflessi verde scarabeo. Certo, mostrava molti difetti: taglia scarsetta, ciuffo abbondante e caduto di lato, cresta persino abnorme per le sue dimensioni e protuberanze, ed assenza di barba e favoriti. Ma vederlo lì, così splendente, mentre razzolava tra i campi e i prati, o ai margini del sentiero di lavanda, mi faceva riflettere sul fatto che nessuna delle Polverara che ho visto vivere allo stato brado ha mai avuto un aspetto smunto o patito. tutte hanno sempre mostratoil loropiumaggio al meglio e avevano un aspetto sano e vigoroso. Che sia questo, per questa razza, il vero
Il Veneto dei contadini. 1921-1932.
Di Paul Scheuermeier. Angelo Colla Editore.
"Prima io non fui né folklorista né etnografo né geofrafo; ma io partii linguista e ritornai folklorista. La necessità di studiare la lingua del popolo, mi mise dentro la vita di questo e in mezzo alle sue cose".
C'era una volta un uomo.
Si chiamava Paul Scheuermeier, era un'etnografo svizzero e aveva ricevuto l'importante compito di raccogliere una notevole mole di informazioni su lingua, tradizioni e costumi delle popolazioni contadine per comporre l'Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale.

Era da poco finito il primo conflitto mondiale, e le nostre campagne avevano un'importanza molto diversa da quella che rivestono oggi. In esse esisteva un mondo di saperi, parole, leggende, strumenti e vissuti che sarebbe stato destinato a sparire di lì a pochi anni. Il giovane svizzero si muoveva di paese in paese, di città in città, raccogliendo dati, registrando parole, usi e costumi, annotando ogni cosa tramite lettere e disegni, e soprattutto fotografando. La macchina fotografica infatti rivaleggiava col taccuino degli appunti, fermando attimi di vita contadina, ritraendo volti, vestiti, attività, animali, abitazioni, tutti congelati in pochi attimi e sottratti forse per sempre al destino di non lasciar traccia di sè. 

Paul Scheuermeier (a destra) parla con un contadino.
In ogni paese che visitava cercava di trovare persone di fiducia, gli informatori, che avevano il compito di fare per lui da tramite con la popolazione locale. Con l'ausilio di speciali questionari, appunti e delle immancabili

Carissimi amici,
ho ricevuto parecchi messaggi ieri, e uno diceva più o meno così: "Buon anno! Festeggiatelo come se fosse l'ultimo! Con affetto, i Maya". Credo di aver risposto qualcosa del tipo: "Buon anno! Festeggiatelo come se fosse il primo! Con affetto, Adamo ed Eva". Questo augurio lo ripropongo a voi. Affrontate questo 2012 come se fosse il primo, con lo slancio di chi ha di fronte l'Infinito e un mondo di avventure da intraprendere

Anche per il blog sarà lo stesso; ci aspetteranno nuove strade e nuove storie, e spero di poter contare sempre sul vostro sostegno. Lo spero - e ne ho bisogno - così tanto, che ho deciso di cominciare quest'anno di post facendovi una richiesta ben precisa: 

Di cosa vi piacerebbe che si occupasse il blog il prossimo anno?

Ho bisogno di voi, delle vostre aspettative e dei vostri feedback. Cosa vorreste veder trattato di più? Cosa vi aspettate da queste pagine? Quali argomenti vorreste vedere approfonditi? Per capirlo ho pensato di usare il social network più usato - ed abusato - del momento: Facebook. Nella Pagina Fan di Oryctes.com ho infatti pubblicato un piccolo sondaggio a cui vi chiedo, se possibile, di partecipare. Le opzioni che ho inserito sono le seguenti:

  • Razze avicole straniere
  • Razze avicole italiane
  • Giardino naturale
  • Entomologia e insetti
  • Recensioni (libri, siti, prodotti, ecc...)
  • Tradizioni venete legate al mondo contadino
  • Antiche varietà ortofrutticole
  • Biodiversità in natura
  • Guide ed ebook gratuiti

Ovviamente, ciascuno di voi può esprimere più preferenze, scegliendo quelle aree di interesse a cui si sente più legato. Vi basterà collegarvi a Facebook e votare su questa pagina. Se non avete un account su Facebook, vi prego di lasciare un commento a questo post. Più risposte verranno lasciate, più sarà possibile per me calibrare i contenuti di questo blog in base ai vostri desideri e alle vostre esigenze.

Vi ringrazio ancora, e vi auguro un felice 2012. A presto!