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Cari amici, anche quest'anno hanno preso il via le iscrizioni per i corsi di Botanica e Giardinaggio dell'Università Popolare di camponogara.  Anche quest'anno saremo pronti per un viaggio verde nei segreti delle piante, tra ecologia, tradizione tecniche colturali e natura. 

Con il corso di Botanica e Giardinaggio I affronteremo le basi del giardinaggio, impareremo a moltiplicare le nostre piante, a coltivare ortaggi e verdure, ad approntare un orto, a coltivare le rose, a potare un ulivo e molto altro ancora; con il corso di Botanica e Giardinaggio II invece conosceremo più da vicino le piante d'appartamento, le succulente e le bulbose, ci avvicineremo al giardino acquatico e a quello roccioso, visiteremo virtualmente alcuni giardini storici del Veneto e tanto altro ancora. 

I corsi sono organizzati dall'Università Popolare di Camponogara, e si terranno il martedì sera presso le scuole medie di Camponogara. Per informazioni, contattare la Segreteria dell'Associazione (presso la Biblioteca comunale di Camponogara, piazza Mazzini n. 1, piano terra del municipio; tel. 041 513.99.80 - 331.822.85.33). Potete anche contattare la Segreteria via e-mail all'indirizzo: segreteria@unipopcamponogara.it.

Nella speranza di incontrarvi numerosi, a presto!

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La grande femmina di Gallina di Polverara. Foto Andrea Mangoni.

Qualche tempo fa, presso un allevatore che aveva ricevuto alcuni capi di Gallina di Polverara provenienti dal mio stesso ceppo, mi sono trovato davanti ad un esemplare davvero stupefacente: una femmina di Gallina di Polverara di circa 3 kg di peso. Sebbene non avessi con me una bilancia, ho calcolato il peso basandomi sull'esperienza degli ultimi giorni, in cui ho pesato numerosi capi di taglia similare. L' animale poteva pesare al minimo circa 2,8 kg e al massimo circa 3,2 kg. Considerato che l'attuale standard della Polverara prevede capi di peso nettamente inferiore, quasi un kg in meno, e che la maggior parte degli esemplari in commercio raggiungono pesi ancora più bassi, questa gallina risultava assolutamente notevolissima e straordinaria. 

Primo piano della magnifica Polverara nera. Foto Andrea Mangoni.

Come potrete rendervi conto dalle foto, si tratta di un animale fisicamente davvero imponente, con un corpo

Splendida coppia di Plymouth Rock Barrata. Esemplari di Marco Vezzoli.
Da quando, qualche anno fa, l'attenzione per la biodiversità avicola nazionale si è fatta più alta, abbiamo assistito a un susseguirsi di “miracolosi” recuperi di razze avicole credute scomparse, alcune più verosimili, altre un po' meno, non sempre però riconducibili a reali casi di salvaguardia della biodiversità.

Nelle ultime settimane ho ricevuto diverse mail che mi chiedono notizie riguardo ad una presunta razza italiana che viene commercializzata nell'ambito di un progetto portato avanti da una nota ditta di mangimi. La "razza" in questione è la "Barrata d'Italia" – o "Barrato d'Italia". Ma si tratta davvero di una razza autoctona? O meglio ancora, si tratta davvero di una
Bacche di pomodoro Re Umberto. Foto Andrea Mangoni.


Io nutro per i pomodori una vera passione. Sono uno dei miei ortaggi favoriti - anzi, sono IL mio ortaggio preferito. Vuoi per il sapore, vuoi per l'allegria dei colori, vuoi per l'esuberanza vegetativa della pianta, ho sempre desiderato provare il maggior numero di varietà che mi fosse possibile, e vista la mia passione per le antiche varietà ne cercavo una che fosse anche un'antica gloria. Poi un giorno leggendo un articolo di Alberto Olivucci sono venuto a conoscenza dell'esistenza del Re Umberto, e ho deciso di cercare di procurarmene qualcuno. E' poi passato del tempo prima che riuscissi ad ottenerne dei semi, grazie alla generosità di Angelo Passalacqua, de Gli Amici dell'Orto, e finalmente quest'anno ho potuto aggiungere questa varietà a quelle già coltivate nel mio orto.

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Il pomodoro Re Umberto è un'antica varietà italiana, selezionata nel XIX secolo, il cui nome rappresenta un omaggio a Umberto I Re d'Italia, per la sua prima visita a Napoli nel 1878. Si tratta di un eccellente pomodoro da sugo e conserva, ma anche da serbo: a fine stagione se ne estirpavano le piante e le si metteva appese ai muri esposti a sud, per essiccarli. La sua fama crebbe