Natural gardening - Aiutiamo gli insetti impollinatori a trovare una nuova casa

Un bombo si nutre tra i fiori di lavanda. Foto di Andrea Mangoni
Un bombo si nutre sulla lavanda. Foto Andrea Mangoni. 

Recentemente alcuni studi hanno confermato l'importanza del ruolo rivestito dagli insetti selvatici nell'impollinazione delle piante coltivate. Se dapprima si pensava che la moria delle api potesse avere esiti catastrofici, ora si è consapevoli che anche la perdita degli altri insetti pronubi sarebbe una tragedia.
Abbiamo detto sarebbe, ma purtroppo il verbo giusto da usare in questo caso è... “è”. Sì , perchè recenti studi hanno mostrato come stiano venendo a scomparire tuttauna lunga serie di insetti impollinatori selvatici, ovverosia per meglio capirci bombi, api solitarie, ditteri di vario genere, farfalle, coleotteri, eccetera. L'attuale ritmo di scomparsa di questi insetti dalle nostre campagne rischia di ridurre considerevolmente anche le produzioni ortofrutticole, in quanto alcuni di questi insetti entrano in azione in periodi dell'anno differenti rispetto alle api trasformandosi così in aiutanti preziosi e insostituibili per l'agricoltura.
Attualmente l'uso di pesticidi e insetticidi, unito alla perdita dell'habitat e ai mutamenti climatici, sta falcidiando lentamente il novero di questi animali.
Ma c'è nel concreto qualcosa che possiamo fare per aiutarli?

I fiori di campo danno ospitalità agli insetti impollinatori. Foto Andrea Mangoni.

Visto che possiamo influire solo marginalmente e su lunghe distanze sui mutamenti climatici, non ci rimane
che agire sugli altri fronti: eliminare gli insetticidi e ripristinare gli habitat di questi animali. Se il primo di questi due passi è abbastanza semplice da attuare, il secondo può sembrare più complesso. Vediamo cosa fare, aggiungendo alcune note a quanto già detto in passato riguardo alle migliori piante per attirare lefarfalle in giardino.

Salvia campestre, fior di cuculo, ranuncoli e  graminacee spontanee attirano insetti pronubi e predatori. Foto Andrea Mangoni.

Per prima cosa, possiamo fornire punti di attrazione nell'orto per questi animali. Il miglior modo di farlo è quello di dedicare qualche scampolo di terreno non a piante alimentari a fiori di campo, erbe selvatiche e simili: in questo modo attireremo molti insetti, tra cui diversi tipi di impollinatori e anche insetti predatori come le coccinelle, di inestimabile aiuto nella lotta ai parassiti delle piante coltivate. Tra le piante migliori troviamo centaurea, veccia, fiordaliso, salvia selvatica, pisello proteico, trifoglio, erba medica, facelia, margherita, papavero, tarassaco, caglio zolfino; se preferite un miscuglio di specie annuali (e non ambite ad avere un'isola permanente di campo selvatico nell'orto) potreste facilmente integrare queste piante nelle pratiche ortive tramite la pratica del sovescio, ovverosia seminandole in alternanza ad una coltura e poi sotterrandole alla successiva aratura in modo da arricchire il terreno di sostanze nutritive. Ci sono molti siti internet,  come ad esempio Semenostrum ed Eugea, in cui è possibile comprare semi di piante spontanee adatte ad attirare gli insetti.

Il delicato arazzo della facciata posteriore delle ali della Vanessa atalanta. Foto di Andrea Mangoni.
La vanessa Atalanta si attarda spesso in autunno sui fiori di edera per nutrirsi. Foto Andrea Mangoni.

In giardino e in campagna, invece, dovremo puntare su una serie di specie arbustive e arboree che fungano da attrattiva per questi animali. Scegliamo specie che fioriscono in abbondanza, e uniamole ad altre che lo fanno o molto presto o molto tardi nel corso dell'anno, in modo da far trovare del cibo a quegli insetti che si siano svegliati in anticipo dal letargo, o che si siano attardati troppo durante l'autunno. Ottimi quindi il nocciolo, il salicone e il salice cenerino, che fioriscono presto e danno cibo ai primi insetti che si risvegliano; eccellenti per tutti i pronubi sono anche biancospino, prugnolo e ligustro, abbondanti di fiori e profumo. Validissimo anche il sambuco, che come le specie precedenti fa seguire ai fiori profumati nugoli di bacche gradite agli uccelli selvatici. Nei prati invece seminiamo un miscuglio di fiori di campo selvatici, e li vedremo popolarsi di ogni genere di insetti. In giardino tra i protagonisti troveremo la lavanda e la buddleja, generosissime di profumi e nettare.

Gli Insects Hotel forniranno a molti pronubi un luogo ove nidificare. Foto da  Sustainable Guersney.
Per finire, possiamo aiutare le api solitarie e altri simili imenotteri costruendo per loro degli “insect hotel”. Si tratta di piccole costruzioni (spesso a forma di casetta), da riempire con ammassi di cannucce, canne di bambù tagliate, steli di canna palustre, rametti, pezzi di legno forato e altro ancora. Lo scopo è quello di fornire agli animali una serie di cavità ed aperture nelle quali proteggersi durante le avversità atmosferiche o la cattiva stagione, ma anche deporre le uova e costruire i propri nidi. Queste strutture vanno sistemate in una posizione soleggiata e protetta dalle piogge e dai venti dominanti. In poco tempo verranno colonizzati da una miriade di piccole creature, dalle api solitarie alle coccinelle e alle forbicine, tutti ospiti che ripagheranno volentieri coi loro servigi la vostra ospitalità.

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4 commenti:

Marianna ha detto...

Ciao Andrea, come sempre, anche questo post è interessantissimo! Avevo già visto anch'io quella foto dell'"Hotel per insetti", potrebbe esserci il pericolo che diventi attrattiva per le vespe?

Andrea Mangoni ha detto...

ciao Marianna, grazie! partendo dal punto di vista che una simile struttura sarà colonizzata da api e vespe SOLITARIE, cioè che non costituiscono nidi in cui vivono decine o centinaia di individui, in generale ti direi che non ci sono pericoli se si hanno alcune attenzioni. a seconda del tipo di materiale inserito saranno diversi gli insetti che andranno a colonizzare il nostro Insect Hotel. Visto che le vespe in generale costruiscono nidi che vanno da alcuni centimetro a qualche decimetro di diametro, basterà riempire fittamente di materiale adatto alla colonizzazione ogni buco della struttura, per evitare appunto che sia preso di mira da insetti sociali. le grosse api sociali come la xilocopa o alcune grosse vespe solitarie non dovrebbero invece essere per noi fonte di preoccupazione visto la scarsa aggressività.

Axia ha detto...

io pochi giorni fa, gironzolando nel boschetto dietro casa mia ho finalmente trovato l'alveare delle api selvatiche...
ovviamente non l'ho toccato nè niente, ma lo curo xkè vicino a me abitano degli apicoltori e non vorrei che tentassero di prenderlo...
ultimamente, xò, ho notato che le "mie apine" si abbeverano da una delle mie taniche di acqua piovana... Ho dovuto fare delle "griglie di appiglio" xkè alcune di loro cadevano e morivano nella tanica durante l'abbeveraggio...
Volevo anche sapere quanto lungo è il loro tempo di sopravvivenza durante le ore di freddo...
Mi spiego.. alcune volte, quando fa freddo, si... "ibernano" e alcune riesco a salvarle -le scaldo con la bocca, senza buttare anidride carbonica direttamente su di loro- ma altre non riesco a salvarle ed è triste.. anche perchè adoro il loro ronzio e soprattutto è bello quando lavoro in guardino sentirle vicino e adoro le loro danze ^^

Andrea Mangoni ha detto...

ciao Elisabetta, è stupendo vedere il tuo amore per questi animali.
sei fortunata, non è comune trovare un alveare selvatico nei boschi! Stai comunque attenta perché potrebbe essere pericoloso avvicinarsi troppo.
hai fatto benissimo a mettere la reticella metallica sui bordi, aiuterai ad abbeverarsi non solo le api, ma anche diversi animali come lucertole, uccellini e tanti altri.
non so dirti invece riguardo al freddo, di norma le api che trovi intirizzite si sono allontanate troppo dall'alveare durante una giornata ingannevolmente tiepida e poi non riescono a tornare a casa. fai già per loro fin troppo. stai dando ad alcune di loro una chance di farcela, credo che sia il massimo che puoi fare! Un abbraccio!