Frittata coi carletti e fiori di sambuco fritti in pastella.

Prologo. Le sei di sera, pochi giorni fa. Per il bimbo la cena è praticamente già pronta, per noi genitori invece no. Cosa mangiare di buono? Idea, facciamo una cenetta alternativa, provando a usare ciò che la natura ci offre! Breve consultazione con la moglie e la decisione è presto presa: stasera mangeremo frittata coi carletti accompagnata da fette di pane ai cereali e fiori di sambuco fritti in pastella! 

Mancano le materie prime, ma a questo si rimedia presto... In cinque minuti sono in pollaio, e recupero delle buone uova di giornata di Gallina Polverara. Poi in un prato che conosco, a pochi chilometri, dove crescono abbondanti i carletti; quindi in campagna, dove un enorme arbusto di sambuco in fiore mi fornisce le ultime materie prime per la cena. Ma andiamo a conoscere meglio i protagonisti del nostro menù, prima di vedere da vicino le ricette utilizzate.

Procuriamoci gli ingredienti: fusti giovani di Silene vulgaris in un prato e uova freschissime in pollaio. Se non è una cena a "Km 0", ci manca davvero poco!

"Carletti" è il nome con cui sono conosciuti nelle provincie di Venezia e Padova i giovani germogli primaverili della silene comune (Silene vulgaris), una spontanea localmente nota in varie parti d'Italia anche come strigoli, sciopett, schioppettini, sonaglini, cavoli della comare, eccetera. Si tratta di una pianta che si
Neotinea tridentata. Foto Andrea Mangoni. Clicca per ingrandire.

Pochi passi lungo l'argine di un canale, nel padovano, ed ecco che tra le foglie e gli steli compare inconfondibile una vecchia amica. Si tratta di un'orchidea spontanea, Neotinea tridentata, di cui abbiamo già parlato in passato. Piccola, delicata, bellissima, le sue infiorescenze bianche ciazzate di viola o rosso sono stupende. Ho sempre pensato che si trattasse di una pianta pronta a spuntare, al pari di altre orchidee, in primavera, ma negli anni ho imparato che le rosette basali compaiono in pieno inverno, già a dicembre, e che solo in aprile riescono a fiorire. I fiori che crescono tra l'erba alta hanno steli lunghi, si appoggiano alle graminacee per arrivare al sole, e se mi sdraio a terra i giochi di luce e controluce sui loro petali le fanno somigliare a gioielli.

Oxythyrea funesta su scabiosa. Foto Andrea Mangoni. Clicca per ingrandire.

Il prato in cui la incontro è ricco di altri fiori - salvie, veccie, ranuncoli. Qua e là s scorge qualche scabiosa viola palido, e su una di esse incontro un piccolo coleottero, un cetonino, l'Oxythyrea funesta. Si tratta di una specie molto comune, spesso dannosa a causa della sua abitdine di nutrirsi a scapito di rose e fiori di alberi da frutto, ma qui in natura è solo un altro pezzetto di biodiversità. I due coleotteri somigliano a una lucida - e pelosa! - scacchiera nera e bianca. Forse sono una coppia, forse si sono appena accoppiati. Forse presto la femmina deporrà le sue uova nel terreno, e le larve che ne nasceranno si nutriranno delle radici delle erbe della riva per un anno, prima di trasformarsi a loro volta in coleotteri adulti. 
Chissà. Nel frattempo aspetterò il prossimo incontro con qualche altra meravigliosa creatura delle nostre campagne.

Neotinea tridentata. Foto Andrea Mangoni. Clicca per ingrandire.

Preparare i semenzai e far nascere da sé le proprie piante: una cosa facile per tutti. Foto Andrea Mangoni.

Quarto appuntamento con le abilità del fattore moderno! Nelle scorse settimane abbiamo visto come iniziare un orto, ma per fare un orto occorre disporre di un adeguato numero di piantine dell'età adatta. La scelta più logica, per il fattore che punti all'autosufficienza alimentare, rimane quella di autoprodursi le piantine seminandole da sé. Vedremo quindi, oggi, cinque differenti modi di realizzare un semenzaio; inoltre come al solito troverete link a siti in tema, video, libri e altre risorse su questo argomento.

Un orto urbano. Ognuno di noi può far nascere le proprie piante.

La presemina di molti ortaggi va effettuata tra gennaio e marzo, e va fatta in casa, perché le temperature esterne sono poco adatte a permettere a molte specie di germinare (ad esempio molte solanacee come i pomodori). Dobbiamo poter disporre quindi di una stanza luminosa e a temperatura costantemente sopra almeno ai