Giovane galletto di Polverara, molto promettente. Foto Andrea Mangoni.

A volte ci penso.
Magari quando, dopo aver lavorato in campagna, mi fermo a riposare mentre i miei animali razzolano sotto il frutteto, al pascolo, neri come bachelite o candidi come la neve, stagliandosi contro l'erba verde. Allora guardo quell'esemplare, e mi fermo a rimirarne il ciuffo, la forma del corpo, la dimensione della cresta. E poi penso a cosa c'è da migliorare, il verde oliva dei tarsi da raggiungere, la cresta a cornetti che deve diventare bella e perfetta. Oppure vedo un altro capo e mi mangerei le mani a pensare che sarebbe potuto essere uno straordinario riproduttore, se non fosse nato col becco a forbice. O quell'altro, che ha poco ciuffo, brutta cresta, ma - ragazzi! - che portamento, che spalle, che torace ampio, che groppone solido! Questo va tenuto assolutamente.  Poi penso che ho detto la stessa cosa per altri tre galli della stessa famiglia, e che per forza di cose potrò mantenerne solo uno... e cominciano le paranoie.

Gallo di Polverara bianca, uno dei miei riproduttori. Foto Andrea Mangoni.

Si, a volte ci penso. Più che un allevatore, sono un selezionatore. Faccio una scelta critica, ragionata, ponderata, cerco di trovare il miglior riproduttore per garantire al mio allevamento le maggiori possibilità di
In questo bel video di Possiblemedia.org, una agricoltore del Quebec porta la sua esperienza nella progettazione e gestione di un frutteto permaculturale di 5 acri (poco più di due ettari).
L'intero impianto si basa sulla successione di differenti specie di albero, tra cui anche alberi azoto-fissatori intercalati con meli, peri, drupacee e molto altro. La presenza di specie spontanee contribuisce ad arricchire questo "forest garden" favorendo l'aumentare della biodiversità, e trasformando un frutteto in un vero e proprio piccolo ecosistema. Di certo una testimonianza interessante di quanto sia possibile creare con passione, pazienza e applicazione.



Per approfondire:

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